Come funziona lo stomaco

come funziona lo stomaco

Oggi ricominciano gli articoli per capire meglio come funziona il nostro corpo.

E, come dice sempre Dario Vitale, “così come funziona, così si scassa e così si ripara”.

Quindi cerchiamo di capire come funziona lo stomaco e come può agire l’osteopatia.

Piccola digressione alla Scrocknroll: lo stomaco lo trovate in macelleria sotto il nome di “trippa”….

 

Come funziona lo stomaco: dove sta? come è fatto?

Lo stomaco è situato alla fine dell’esofago, immediatamente sotto il muscolo diaframma. Si trova tra il fegato e la milza. In modo semplice possiamo posizionarlo dietro e a sinistra della parte finale dell’osso sternale.

come funziona lo stomaco

Lo stomaco ha rapporti anatomici molto stretti anche con il diaframma e con il cuore, che poggia la sua parete inferiore proprio sulla porzione superiore del muscolo respiratorio per eccellenza.

È una cavità (simile ad un otre) che ha due valvole alle estremità:

  • superiormente il cardias, che divide esofago e stomacoa
  • inferiormente (ma dovremmo dire più lateralmente…) il piloro, che divide stomaco e duodeno.

Le sue pareti sono composte da quattro tonache: mucosa, sottomucosa, muscolare e sierosa.

In modo facile, ve le spiego così:

  • mucosa: è la parte dello stomaco che entra a contatto con i cibi ingeriti. Rivestita di cellule che secernono e assorbono numerose sostanze.
  • sottomucosa: composta da tessuto connettivo, serve per sostegno e difesa immunitaria.
  • muscolare: numerosi strati di muscolatura liscia che servono ai movimenti dello stomaco
  • sierosa. sempre connettivo ma questa volta con prevalenti funzioni di sostegno e di movimento

Come funziona lo stomaco: cosa accade quando mangiamo?

Lo stomaco lo possiamo paragonare ad un famosissimo elettrodomestico: il Bimby. (talvolta lo stomaco viene paragonato ad una molazza, ma non è molto carino nè veritiero)

Il Bimby è quel fantasmagorico robot da cucina che , trita, miscela, frulla, scalda, lessa, omogeinizza, pastorizza, manteca…insomma trasforma gli ingredienti in cibo.

come funziona lo stomaco

Lo stomaco fa la stessa cosa…diciamo che la fa in modo eccelso.

Nello stomaco, infatti avvengono sia trasformazioni meccaniche che chimiche. Il cibo ingerito viene mescolato e rimescolato per molto tempo (lavoro svolto dalla tonaca muscolare): e tutto questo mescolamento è subordinato a due fattori.

1 – dimensioni del cibo ingerito: più i pezzi sono grandi, più lo stomaco dovrà lavorare per frantumarli (motivo per cui si dice che la prima digestione avviene in bocca e quindi è necessario e utile masticare bene e a lungo i cibi)

2 – dimensioni del cibo in uscita verso il duodeno: il cibo ingerito (che poi si chiamerebbe bolo…), mescolato e chimicamente trattato, prima di passare nel duodeno (e diventare chimo) deve raggiungere una dimensione ben specifica. Quindi lo stomaco lavora meccanicamente  e chimicamente fin quando il bolo non è adatto al passaggio.

Alla luce di queste due affermazioni, è chiaro che la parte della digestione che avviene nello stomaco è estremamente variabile.

Esempio Scrocknroll…

Immaginate di dover ricavare della granella di nocciole. Avete due materie prime:

  • da una parte delle nocciole sgusciate e pelate
  • da un’altra parte, le nocciole con il loro guscio, ancora attaccate al ramo

Con quali delle due materie prime si ottiene più rapidamente la granella?

(la risposta è ovvia…)

Come funziona lo stomaco: una fabbrica chimica

Lo stomaco compie un lavoro molto importante per la digestione: inizia la trasformazione del cibo in materiale assorbibile.

E tutto ciò grazie alle numerose sostanze chimiche che produce. Vediamone qualcuna.

Composizione dei succhi gastrici:

1 – acido cloridrico: si. Il nostro stomaco produce acido muriatico. E lo fa in gran quantità! Serve alla scissione degli alimenti ingeriti e funge anche da antimicrobico

2 – muco: serve per proteggere lo stomaco da se stesso. La produzione di acido cloridrico è tenuta sotto controllo dalla presenza del muco e degli ioni bicarbonato (altrimenti lo stomaco digerirebbe se stesso!)

3 – pepsina: serve per iniziare a digerire le proteine

4 – lipasi gastrica: inizia la digestine dei grassi

5 – rennina: coagulante delle proteine del latte, facilità il lavoro alla pepsina

6 – fattore intrinseco: favorisce l’assorbimento della vitamina B12

Piccola parentesi sulla vitamina B12: vi dico solo che serve alla produzione dei globuli rossi e della guaina delle fibre nervose. È abbastanza?

Come funziona lo stomaco: bimby o molazza?

Ma allora lo stomaco è una molazza o un Bimby?

Beh, in realtà non è nessuno dei due…

Possiamo dire che si avvicina più al Bimby per le numerose modificazioni che avvengono e che riguardano sia la sfera meccanica che chimica.

Come funziona lo stomaco: consigli per l’uso

Lo stomaco necessita di qualche attenzione che possiamo applicare senza troppe difficoltà.

Innanzitutto, una buona masticazione è fondamentale per agevolare il suo lavoro di mescolamento e di triturazione: se mangiamo in fretta e ingoiando bocconi troppo grandi, chiediamo allo stomaco un lavoro pesantissimo (che si ripercuote sull’intero nostro organismo)

Poi, visti i rapporti intimissimi che ha lo stomaco con il diaframma toracico, è di fondamentale importanza avere una buona funzionalità respiratoria e posturale. Non dimentichiamo che il diaframma si inserisce anteriormente sulle costole ma posteriormente sulle vertebre lombari: quindi una sua libertà di movimento è importante e fondamentale!

Rimanete sintonizzati su Scrocknroll: la prossima volta parleremo del rapporto tra lo stomaco e l’osteopatia!

 

Co’ quer nome, giusto er macellaro potevi fa’…

Oggi voglio regalarvi un articolo rapido e spensierato che nasce da un incontro che ho avuto con due foodblogger: Luca Sessa di “Per un pugno di capperi” e Silvia De Leonardis di “Acqua e farina-sississima“.

Chiacchierando del food blogging in generale, Luca mi ha dato uno spunto interessantissimo: nonostante la cucina attuale vada verso ricette sempre più ricercate e, talvolta, astruse, le ricette più cercate sui motori di ricerca e sui blog di cucina sono quelle più semplici.

La pasta alla gricia, la cotoletta panata, la pasta cacio e pepe: piatti della tradizione culinaria italiana che, però, sembrano essere finiti nel dimenticatoio per far posto a ricette come il flan di topinambur e chips croccanti o la millefoglie destrutturata.

Quindi l’articolo di oggi avrà come argomento la semplicità e soprattutto la corrispondenza tra alcuni piatti della cucina romana (di cui si occupa SIlvia nel suo blog) e le parti anatomiche che li compongono.

A gennaio avevamo già parlato del muscolo psoas in questo articolo. Lo psoas altro non è che il filetto: il taglio più richiesto e, per alcuni, più pregiato del bovino.

Adesso vediamo altre leccornie!

Stinco e ossobuco, ad esempio, sono la stessa cosa: solo che il primo è intero ed il secondo è a fette. Erroneamente si ritiene che l’ossobuco sia una vertebra e quindi che il midollo gustosissimo che si trova nell’osso sia il midollo spinale. In realtà, l’ossobuco è ottenuto tagliando a fette, appunto, lo stinco che è il corrispettivo della nostra gamba (attenzione! per gamba, in anatomia si intende la parte di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia). Quindi il midollo che gustiamo nell’ossobuco magari vicino ad un buon risotto allo zafferano è il midollo osseo!

Andiamo ora a cose più caratteristiche…come la trippa e la romanissima pagliata.

In modo molto generico e vago, la trippa viene definita come “lo stomaco del bovino”.

In realtà, se avete qualche reminiscenza delle lezioni di scienze delle elementari, ricorderete che i ruminanti hanno ben più di uno stomaco. Ne hanno addirittura quattro: rumine, reticolo, omaso e abomaso. Non entrerò nello specifico, ma vi dico solo che ognuna di queste quattro parti ha una caratteristica specifica e un sapore differente.

Della pagliata (o come si dice in romanesco “pajata”) spesso si dice un’altra cosa non molto “educata”.

La pagliata è l’intestino tenue del vitellino da latte che viene utilizzato dopo averlo pulito ma senza rimuovere del tutto il contenuto.

In realtà, è nel colon che avviene la trasformazione in…beh, avete capito.

Quindi, quando mangiate dei rigatoni con la pajata state tranquilli: non è….ehm…vabbè, avete capito, no?

Ci sono poi i rognoni (ossia i reni), i nervetti (tendini e cartilagini dello stinco bovino), le animelle (la ghiandola che nell’uomo corrisponde al timo), la coratella (insieme di cuore, fegato, polmone, milza, reni e mammella).

Il fegato non credo abbia bisogno di spiegazioni, così come la testina, il cervello e la coda!

Beh? Siete perplessi? Smetterete di mangiare interiora e diventerete tutti vegetariani?

Spero di avervi dato qualche informazione succulenta: chissà, forse guarderete in modo diverso il banco del macellaio la prossima volta che farete la spesa!

Il titolo di oggi è un’altra citazione al film culto “Febbre da Cavallo“, già citato nell’articolo del 28 gennaio