
Quanto dura la riabilitazione?
Quanto ci vuole? Ce la faccio per giugno?
E perchè citare Totti?
Una cosa per volta.
Quanto dura la riabilitazione? Cosa c’entra Francesco Totti?
L’idea di citare un calciatore famoso ed apprezzato un po’ da tutti viene da lontano.
Precisamente viene dal periodo nel quale ho lavorato come dipendente presso la Fondazione Don Gnocchi.
Una volta capitò un paziente che aveva avuto un trauma molto simile a quello subìto da Francesco Totti durante un incontro di campionato.
E la domanda di molti pazienti fu:”Perchè Totti torna in campo dopo un mese ed invece una persona comune ci impiega di più?”
La risposta ha vari livelli
Quanto dura la riabilitazione? I tempi di diagnosi e indagine
Quando Totti si fa male in campo, si attiva tutta una serie di professionisti. E, in questo modo, nel momento in cui Totti esce dal campo e si dirige verso la clinica, sono già pronti medici ed operatori. In breve tempo vengono effettuati esami strumentali e visite mediche: in questo modo si può “dare un nome” al trauma in brevissimo tempo.
Quando si fa male il signor Rossi, le cose sono un po’ diverse. I tempi della sanità pubblica e di quella convenzionata sono più dilatati. Diciamo che, mentre Totti in un pomeriggio riesce a fare radiografie, ecografie, risonanza e visita specialistica, il nostro signor Rossi, se è fortunato, ci impiega 5/6 giorni.
Quindi abbiamo già un buco di quasi una settimana.
Quanto dura la riabilitazione? parlare con il medico
Mentre Totti viene visitato nel momento stesso che effettua tutti gli esami diagnostici, il nostro signo Rossi deve cercare un ortopedico o uno specialista al quale rivolgersi ed al quale consegnare le sue radiografie.
Anche in questo caso i tempi si allungano: però noi siamo ottimisti e riusciamo ad ottenere una visita ortopedica in 3/4 giorni. Che, sommati ai 6 giorni necessari per eseguire e ritirare le radiografie, creano un buco di quasi 10 giorni tra Totti ed il signor Rossi.
Quanto dura la riabilitazione? iniziare il trattamento riabilitativo
A questo punto, con la diagnosi in mano, il signor Rossi si mette in azione per trovare un centro od un professionista presso il quale iniziare i trattamenti riabilitativi e fisioterapici necessari.
Mentre lui cerca, Totti è già all’undicesimo/dodicesimo giorno di riabilitazione.
Continuiamo con il nostro ottimismo ed il signor Rossi inizia la riabilitazione soltanto 5 giorni dopo aver fatto la visita medica.
Quanto dura la riabilitazione? altre variabili incombono sui nostri eroi
Ora non la voglio fare troppo lunga, ma mettiamo in ballo altre variabili.
Ad esempio: il signor Rossi qualche volta salterà la riabilitazione perchè deve andare a prendere i figli a scuola o deve fare due ore di straordinario.
Oppure: il fisioterapista del signor Rossi si assenta per un corso ed il sostituto non si trova.
(ATTENZIONE: ometto VOLONTARIAMENTE ogni tipo di considerazione sulla capacità tecniche-professionali dei miei colleghi fisioterapisti)
Quanto dura la riabilitazione? Come va a finire?
Il risultato è servito!
Totti, dopo 25/30 giorni, torna in campo e segna il gol decisivo.
Il signor Rossi si porta avanti un doloretto per qualche mese e indosserà gli scarpini con qualche titubanza e con una bella cavigliera armata
Quanto dura la riabilitazione? considerazioni finali
La medicina è la meno esatta delle scienze.
E la riabilitazione, così come l’osteopatia e la fisioterapia, fa parte della medicina.
Non è assolutamente possibile dire:”Io ho subìto lo stesso intervento del mio vicino di casa. Ma lui già sta in piedi ed io ancora no!”
Le variabili in gioco sono talmente tante che è un errore madornale fare i paragoni.
E ancor più sbagliati sono i paragoni con situazioni lontanissime tra loro.
Paragonare l’iter che seguirà la caviglia di Totti con l’iter della caviglia del signor Rossi è un esercizio di stile abbastanza inutile: anche perchè il signor Rossi lavora in una banca e Totti fa il calciatore. Quindi le richieste post-riabilitative sono completamente differenti.
Tutto questo discorso serve però per capire una cosa molto importante nell’ambiente riabilitativo: i confronti sono inutli e dannosi.
Non esistono due traumi/interventi uguali tra loro. Non esisteranno quindi due percorsi riabilitativi uguali e tantomeno due esiti post-riabilitativi uguali!
Impariamo a gestire al meglio la nostra situazione tenendoci alla larga da quelle situazioni tipo “ma ancora stai così??? Lo sai che il cognato della suocera della zia della nipote di mia cugina ha fatto il tuo stesso intervento e già scala le montagne?”