Massaggi: istruzioni per l’uso (seconda parte)

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immagine tratta dal libro "Humour noir et hommes en blanc" di Claude Serre

La scorsa settimana abbiamo cercato di capire chi siano i professionisti che possono eseguire i massaggi, essendone autorizzati.

E abbiamo anche visto che ci sono innumerevoli scuole di massaggi che “insegnano” tecniche e manovre a persone che non hanno alcuna qualifica professionale.

Oggi invece torna Scrocknroll nella sua veste più divulgativa e scherzosa possibile e l’argomento è:

i massaggi sono veramente utili?

Anche qui bisogna distinguere tra massaggi eseguiti da categorie di professionisti (fisioterapia, estetica, titolo IUSM/ISEF) e persone non abilitate che seguono massaggi di vario genere.

Nell’ambito curativo-terapeutico possiamo citare due massaggi molto conosciuti come:

– il linfodrenaggio

– il massaggio connettivale

Questi massaggi si basano su evidenze e basi anatomiche e fisiologiche.

Si rivolgono a patologie ben precise e vanno eseguiti da fisioterapisti che abbiano seguito corsi di specializzazione.

Alcuni esempi di Scrocknroll per capire meglio.

Il linfodrenaggio, ad esempio, serve a riattivare una circolazione fisiologica della linfa, riducendo la stagnazione e permettendo al corpo di riassorbirla in modo adeguato.

Avete capito?

Allora ve lo spiego in modo più chiaro.

Conoscete Venezia?

Immaginate allora di dover attivare un flusso d’acqua che vada dai canali piccoli al Canal Grande. Il quale, poi, sboccherà al mare.

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Dobbiamo avere delle accortezze: non possiamo smuovere dell’acqua che contenga detriti o scorie immettendola così a caso sul Canal Grande. Prima di spingere via l’acqua dal nostro canale laterale, sarà fondamentale sapere cosa stiamo per gettare in Canal Grande.

La stessa cosa con il linfodrenaggio.

Non si può mandare in circolo della linfa che ancora possiede un potenziale infettivo che potrebbe diffondersi per tutto il corpo.

Questa tecnica va eseguita da personale fisioterapico per un semplice motivo: ci sono numerose controindicazioni alle quali ci si deve attenere in modo scrupoloso (flebiti, infezioni acute e croniche, allergie in fase acuta, gravidanza, mestruazioni)

 

E, per attenersi a queste controindicazioni, bisogna avere una conoscenza approfondita della materia. Come i fisioterapisti.

Il massaggio connettivale? Idem!

Con la parola “CONNETTIVALE” ci si riferisce al tessuto sul quale agisce questo particolare massaggio.

In breve, il massaggio connettivale agisce a 4 livelli:

– cicatrici e disturbi locali dell’irrorazione sanguigna

– attivazione di meccanismi generali di regolazione del circolo sanguigno

– liberazione, attraverso l’attivazione sanguigna, di sostanze specifiche dei tessuti che influenzano reazioni tissutali generali

– reazione, anche a distanza, di riflessi ed impulsi neurologici che mettono in comunicazione il tessuto connettivale e determinati organi interni.

Beh, direi che, una volta letti questi quattro effetti, sarete d’accordo con me nell’affermare che il massaggio connettivale andrebbe eseguito solo da fisioterapisti.

Esempio Scrocknroll?

Immaginate di innaffiare le piante che avete sul balcone.

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Così. A caso. Riempendo i vasi a non finire. Senza preoccuparvi se l’acqua cola sui panni stesi dell’appartamento sottostante, se inondate il terrazzo del piano terra o se i sottovasi diventano la casa di qualche migliaio di zanzare.

Tutto questo provocherà:

– piante che marciranno per l’eccessiva quantità di acqua

– vicini di casa arrabbiati

– assemblee di condominio tormentate e burrascose

 

Linfodrenaggio e massaggio connettivale sono due esempi che spiegano in modo inequivocabile il rischio che si corre nell’affidarsi a mani non adeguate.

“Ma la domanda iniziale era un’altra!” direte voi!

Adesso ci arrivo, non temete!

Ci sono massaggi che hanno una azione primaria e prioritaria su alcuni sistemi (come, appunto, il linfodrenaggio ed il massaggio connettivale).

Ci sono altri massaggi, invece, che hanno funzioni coadiuvanti.

Ad esempio, il massaggio decontratturante serve a ridurre le tensioni di alcune zone muscolari. Ma serve a poco se poi non si lavora sul motivo per cui quelle zone vanno incontro a tensioni.

Il massaggio sportivo (praticato ovviamente da fisioterapisti o laureati IUSM/ISEF) ha una serie di proprietà benefiche tra le quali:

– la rimozione di tossine e scorie prodotte durante l’attività sportiva

– la stimolazione del microcircolo locale

Ma il massaggio sportivo non può nulla se l’atleta non si allena in modo adeguato.

Esempio pratico?

La nostra porta cigola perchè è vecchia e i cardini sono mal ridotti.

Ma noi ci limitiamo a metterci l’olio lubrificante.

La porta per qualche giorno non cigolerà. Poi, non appena l’olio finirà il suo effetto, il cigolìo comincerà.

Forse l’intervento adeguato sarebbe quello di sostituire il cardine e di mantenerlo oliato e lubrificato in modo corretto!
Allo stesso modo, un massaggio sportivo effettuato dopo un allenamento adeguato sarà molto efficace.

E un massaggio decontratturante avrà un effetto più duraturo se, attraverso una adeguata educazione posturale, si correggeranno i vizi posturali.

Se invece l’unica cosa che vogliamo è un’ora di relax, senza cercare chissà quali effetti curativi, allora siamo liberi di affidarci a massaggi dagli esotici nomi evocativi che ricordano palme al vento e brezza marina.

Sapendo che, nella maggioranza dei casi, chi lo esegue non ha nè la formazione adeguata nè le abilitazioni.

State sempre all’erta!