Tendinite: che si fa?

tendinite

Tendinite. Ecco un’altra parola che mette paura quasi come “artrosi”.

Tendinite: cosa è?

La parola termina con il suffisso “-ite” che, in ambito medico, indica l’infiammazione. Quindi si tratta dell’infiammazione del tendine (non entro in discorsi troppo specifici distinguendo tra tendine, guaina ed altre strutture…).

Oggi vorrei parlarvi però dell’infiammazione cronica che si verifica quando qualcosa va storto nel processo “trauma-rigenerazione/adattamento-guarigione anatomica-guarigione clinica”.

Tendinite: spesso la causa va ricercata tanto tanto tempo fa

Spesso i pazienti che si rivolgono a me non ricordano gli eventi traumatici più vecchi. In un primo momento, quando chiedo “ha mai avuto traumi o fratture?” la risposta è “NO!”. Poi, dopo qualche secondo, si ricordano di strappi muscolari, distorsioni, fratture che sono capitate in tempi più o meno lontani e in zone corporee spesso importanti.

Una lesione distorsiva importante che avviene 8/10 anni prima può, se non si è intervenuti in modo adeguato, portare allo sviluppo di una tendinite. Magari senza sintomi eclatanti, ma con una situazione che può creare fastidio anche a distanza di anni.

Tendinite: come si fa a guarire?

La tendinite non guarisce dall’oggi al domani. Ossia: se il nostro scopo è mettere a tacere il dolore, allora basta ricorrere alla farmacologia.

Sarebbe un po’ come risolvere il problema di una porta cigolante lasciandola sempre aperta. Non appena si rimette mano alla porta, ecco che torna il cigolìo!

Innanzitutto è necessario un approccio globale (come quello utilizzato nella rieducazione posturale secondo Mezieres) che valuti attentamente l’intera struttura corporea del nostro paziente.

In una tendinite è di fondamentale importanza capire quale è la zona che mette in crisi il tendine.

“il problema non è mai nella zona che provoca dolore”

Nel nostro corpo, che è una macchina complessa e piena di correlazioni anche a distanza, una vertebra cervicale puà mettere in crisi un polso e scatenare un dolore tendineo alla mano.

Ma in realtà il problema non è la mano: ma la vertebra cervicale.

Tendinite: e allora che si fa?

Dopo aver chiesto aiuto ad un osteopata o ad un mezierista, l’importante è anche avere una cura della propria postura per evitare che il vizio o la posizione sbagliata metta di nuovo in crisi la struttura.

Esempio: il cintino della saracinesca.

tendinite

http://www.csgnet.it/wp-content/uploads/2016/03/Sostituzione-Cinghia-di-Tapparella-a-Catanzaro.jpg

Il cintino si è usurato, ma il problema sta in una asperità del metallo dove esso scorre. Per alzare la saracinesca siamo quindi costretti a fare forza in modo non naturale.

Smontiamo tutto, cambiamo il cintino, levighiamo l’asperità. Rimontiamo il tutto.

Se continuiamo a manovrare la saracinesca con troppa forza, il cintino, pur libero dall’asperità, potrà tendere nuovamente ad una consunzione rapida.

Quindi, una volta cambiato il cintino, avremo l’accortezzza di manovrare la saracinesca con cura e gentilezza.

Il nostro tendine è un cintino?

Facendo un esempio mooolto ampio, potremmo dire che il nostro tendine corrisponde al cintino della saracinesca.

Purtroppo non possiamo sostituire i tendini come facciamo con le saracinesche. Però possiamo avere cura dei nostri tendini dopo che il nostro mezierista li avrà riequilibrati.

Tendinite e fretta: due cattivi amici

Quando si curano le situazioni croniche, l’ultima cosa da avere è la fretta.

Esempio rapido rapido? Per restaurare un affresco ci vuole tempo. Non lo si restaura in un quarto d’ora.

La stessa cosa vale per alcune parti del nostro corpo: non possiamo pretendere che un dolore o una infiammazione che si sono instaurati in 4 o 5 anni spariscano dall’oggi al domani.

Quindi diffidiamo anche da chi ci promette guarigioni velocisssime e durature! Ma di questo parleremo più avanti!