Bufale…o falsi miti?

falsi miti

La rete è ormai diventata il contenitore ufficiale di numerose bufale e il megafono per falsi miti.

(mi permetto di citare il sito BUTAC…vero e proprio smascheratore di bufale della rete!)

Nel mio piccolo, vorrei porre l’attenzione su quelle che sono le bufale nell’ambito osteopatico e fisioterapico.

Oggi comincio con quelli che io chiamerò “ausili miracolosi”.

Falsi miti: la schiena dritta

Basta fare un po’ di zapping per trovare reclamizzato ovunque un ausilio che promette le seguenti cose:

– aiuta a raddrizzare le spalle e la schiena

– allevia i dolori muscolari

– allevia i dolori cervicali

Di cosa stiamo parlando? Di una specie di “gilet” da indossare che, attraverso un incrocio di fasce più o meno elastiche, dovrebbe sostenere e aiutare la muscolatura della colonna dorsale.

Perché è un falso mito?

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Massaggi: istruzioni per l’uso (seconda parte)

massaggi
immagine tratta dal libro "Humour noir et hommes en blanc" di Claude Serre

La scorsa settimana abbiamo cercato di capire chi siano i professionisti che possono eseguire i massaggi, essendone autorizzati.

E abbiamo anche visto che ci sono innumerevoli scuole di massaggi che “insegnano” tecniche e manovre a persone che non hanno alcuna qualifica professionale.

Oggi invece torna Scrocknroll nella sua veste più divulgativa e scherzosa possibile e l’argomento è:

i massaggi sono veramente utili?

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Ergonomia

ergonomia

Ergonomia!

Ci risiamo! Tornano su Scrocknroll le parole derivate dal greco (era già successo con “kalokagathia” in questo articolo).

Questa volta, la parola nasce alla fine del 1800 e a crearla è uno scienziato ed inventore polacco: Wojciech Jastrzębowski.

Ma cosa significa “ergonomia”

Deriva dall’unione di due parole: érgon (lavoro) e nòmos (regola).

Quindi potremmo dire, in parole povere e senza sforzarci troppo, che è una regolamentazione del lavoro….

In realtà non è così semplice e lineare.

Per questo motivo ho scelto di utilizzare la definizione della International Ergonomics Association (http://iea.cc/whats/index.html).

L’ergonomia viene definita come

“la disciplina scientifica che riguarda lo studio delle interazioni tra esseri umani e altri elementi di un sistema

e la professione che applica teorie, principi, informazioni e metodi per ottimizzare il benessere umano e la performance di tutto il sistema.

L’ergonomia aiuta ad armonizzare tutto ciò che interagisce con le persone in base alle necessità, alle abilità e alle limitazioni.”

Quindi, alla luce di queste due definizioni, l’ergonomia è una scienza molto utile e che, ormai sempre più frequentemente, arriva all’attenzione di chi si occupa di osteopatia e rieducazione posturale.

Nell’immaginario collettivo, ergonomico spesso è sinonimo di trendy, moderno. Niente di più sbagliato!

Un accessorio ergonomico non è più “fico” (passatemi questo linguaggio da giovane!) di un altro. È un accessorio che meglio si adatta all’utilizzatore.

Può essere ergonomico il manico di un martello, che migliora la presa e fa sì che si possa lavorare alleggerendo gli sforzi e i traumi al polso e all’avambraccio.

Anche una penna o una matita possono essere ergonomiche (leggete qui) per migliorare l’uso che ne viene fatto.

Ma cosa c’entra l’ergonomia  con l’osteopatia e con la rieducazione posturale?

Il nesso è molto semplice e diretto.

Se nelle nostre attività quotidiane si perdono o si modificano i fattori che dovrebbero consentire una attività ergonomicamente corretta, la postura e il sistema muscoloscheletrico sono i primi a pagarne le conseguenze.

Gli esempi sono moltissimi, ma ne farò solo un paio.

Primo esempio: l’automobile del collega.

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Avete mai guidato l’automobile di un’altra persona che magari è più alta o più bassa di voi? Avete mai provato quella sensazione di scomodità non appena vi siete messi al volante?

La prima azione è quella di regolare sedile, volante e specchietti per rendere ergonomica la guida.

Ma, per uno scherzo del destino, l’automobile che vi accingete a guidare non consente queste regolazioni. Quindi dovrete guidare con il sedile vicino al volante, con gli specchietti che puntano in una direzione che non è congrua con la vostra visuale e utilizzando a ginocchia molto flesse i pedali.

Dopo 10/15 minuti la voglia di mollare l’auto e di proseguire a piedi sarà irrefrenabile!

Secondo esempio: la cucina di nonna.

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Vostra nonna vi chiede di aiutarla a cucinare. Peccato che, essendo vostra nonna più bassa di voi, i pensili, il lavello e gli elettrodomestici sono messi più in basso del normale.

Per cui, dovrete lavare e pulire la verdura piegati avanti sul lavello e affettare le cipolle su di un piano di lavoro molto basso.

Questi sono due esempi al limite, ma ci servono per capire meglio perchè l’ergonomia è così importante e perchè sottovalutarla ci porta a rivolgerci a chi si occupa di osteopatia e rieducazione posturale.

Vi faccio rapidamente un esempio più realistico.

La scrivania dell’ufficio spesso non è ergonomica: o è troppo grande ed allora le cose sono sparse e implicano degli spostamenti per raggiungerle o è troppo piccola ed allora si creano pile di oggetti ugualmente difficili da raggiungere.

Su di una scrivania è raro percepire il malessere in pochi minuti come nell’esempio dell’automobile…ma il malessere c’è!

E lo si sentirà dopo qualche mese…o qualche anno!

In questo caso, il ricorso all’osteopatia e alla rieducazione posturale è utile solo se poi ci si applica per migliorare la propria vita e l’interazione con gli oggetti che ci circondano.

A tal proposito, ci sono numerose immagini e tabelle che indicano come dovrebbe essere la postazione di lavoro ideale.

Ma quello che vorrei consigliarvi sono due cose molto importanti.

La prima è quella di cercare di ricreare una situazione ergonomica anche a casa vostra: è inutile infatti avere una postazione pc meravigliosa in ufficio e poi passare due ore tutte le sere con un portatile sulle ginocchia seduti su di un divano!

La seconda è di evitare le posizioni prolungate. Se si fa un lavoro piacevole, il tempo passa velocemente ed è normale stare in una posizione sbagliata anche per due/tre ore!

Allora il consiglio è veramente semplice ed economico: comprare un timer da cucina, impostare la sveglia a 50/60 minuti e, quando suona, alzarsi, fare una piccola passeggiata (che può essere anche andare in cucina a bere un bicchier d’acqua), sgranchirsi e tornare a lavorare.

In questo modo, anche se la postazione di lavoro non è ergonomica, si ridurranno gli stress posturali e si renderà un servizio al proprio sistema muscoloscheletrico!