
Se la volta scorsa parlavamo greco, oggi parliamo francese. Infatti le due parole di oggi le pronunciamo alla francese (con l’accento che cade sulla vocale finale, per capirci).
Per l’articolo di oggi, Scrocknroll ha chiesto aiuto a due persone: il primo è Dario Vitale, osteopata e direttore della scuola di osteopatia EOP fondata da Alain Bernard.
Il secondo è Francesco Betrò, fisioterapista e studente all’EOP.
Il gioco di IPO e IPER è il gioco dei compensi: è, per certi versi, la base del ragionamento osteopatico e mezierista.
È il motivo per cui si indaga una regione corporea e poi ci si sposta in altre zone legate alla primaria da relazioni anatomiche o funzionali.
Ma andiamo direttamente agli esempi!
Dario mi ha spiegato la questione in questo modo.
“Una coppia molto innamorata si sposa e i due, marito e moglie, sono d’accordo nel dividersi i compiti della gestione familiare. E lo fanno in modo molto equo. Con il tempo, il marito, sopraffatto dal tran tran quotidiano, si cala le braghe ed inizia a venir meno ai i suoi impegni, fino a non alzare più un dito in casa (questo è l’IPO). La moglie sempre più delusa ed arrabbiata, trova ogni pretesto per litigare (questo è l’IPER) finchè non decide bruscamente di cessare ogni attività sessuale (IPO di IPER). A questo punto la storia può avere diversi sviluppi, incluso il ricorso ad una terapia familiare che riduca il gioco dei compensi, ma se un bel giorno nel frattempo la moglie decide di darla all’idraulico (IPER di IPO) allora son dolori…”
Francesco invece mi ha fatto un esempio molto più partenopeo.
“Immaginiamo che in un cantiere edile con dieci operai, otto si fermano (IPO). I due rimanenti “s’accirn ‘e fatic” (ossia “si ammazzano di fatica”) per portare avanti il lavoro in modo ottimale (IPER). Dopo settimane di fatica, i due operai che faticano al posto dei fannulloni smettono anche loro di faticare (IPO di IPER). La soluzione è fare in modo che almeno qualche fannullone si rimbocchi le maniche e cominci ad aiutare i due faticatori)
E nel corpo umano? Cosa succede?
Prendiamo come esempio l’articolazione dell’anca: per un motivo strutturale (fibrosi dei tessuti molli, degenerazioni delle cartilagini) o funzionale (sedentairetà, ereditarietà, vizi posturali) l’articolazione lavora sempre meno. E questo è l’IPO.
Questo IPO obbligherà le vertebre lombari a farsi carico del compito svolto in precedenza dall’anca. Le vertebre, quindi, compenseranno, finchè possono, la flessione persa a livello dell’anca. Questo è l’IPER.
Alla lunga, o anche in breve tempo, le vertebre lombari (IPER) perderanno mobilità, per motivi legati sia al dolore (una zona che lavora in modo non appropriato può generare dolore) che legati a modificazioni strutturali (sempre per lo stesso motivo di prima). A questo punto si scatenerà quello che in osteopatia viene definito IPO di IPER.
Spesso accade che la perdità di mobilità si localizzi nella stessa articolazione che ha generato una IPO, ma su un altro piano di movimento.
L’esempio più classico è quello del ginocchio.
Il ginocchio ha una mobilità su tre piani: flessione-estensione, rotazione interna-esterna della tibia, scivolamento laterale. Se nel tempo perde la mobilità in flessione, cercherà di compensare in qualunque modo, anche affidandosi a movimenti accessori.
Per questo motivo, un ginocchio artrosico e silente da molto tempo potrà sviluppare in modo acuto un dolore da un giorno all’altro.
Tutto questo lunghissimo discorso (spero che non sia stato noioso) ci riporta pesantemente a quello che è il ragionamento osteopatico.
Nell’effettuare la sua diagnosi, attraverso anamnesi, osservazione e test, l’osteopata cerca di individuare le zone IPO e le zone IPER.
Individuata, per esempio, la zona IPO nell’articolazione dell’anca, l’osteopata lavorerà in modo da “far ricordare” a quella articolazione che il suo scopo è quello di flettere ed estendere.
Questo “ricordo” verrà poi mantenuto e rinforzato da un lavoro propriocettivo come quello ideato da Francoise Mezieres.
Infatti, la semplice mobilizzazione non rende conscia l’articolazione del suo ruolo nello schema meccanico del corpo.
In questo modo, il trattamento avrà una efficacia notevole: riportando in movimento l’articolazione IPO, le altre in IPER verranno alleggerite dal sovraccarico funzionale e si potrà instaurare nuovamente un circolo virtuoso che permetterà al corpo di assolvere i suoi compiti senza problemi!