Archive for Falsi miti – Page 2

La top five delle domande dei pazienti

Oggi alleggeriamo il blog e facciamoci quattro risate (ma non troppo) sulle domande più comuni e sui miti da sfatare

 

 

la top five delle domande

La top five delle domande dei pazienti: al numero 1…”l’umidità/il freddo/le correnti d’aria fanno venire l’artrosi?”

No. No. No. No.

Ho già detto no?

No. L’artrosi è causata dall’usura dei capi articolari. (se siete interessati ad un approfondimento, cliccate qui)

L’umidità, il freddo e le correnti d’aria possono aumentare la percezione del dolore o la contrattura muscolare.

 

la top five delle domande

La top five delle domande dei pazienti: al numero 2…”l’osteoporosi provoca dolori?”

No. L’osteoporosi è una rarefazione ossea. Per dirla alla Scrocknroll…sarebbe come provare dolore quando cominciano a cadere i capelli. Per approfondire ecco un articolo

 

la top five delle domande

La top five delle domande dei pazienti: al numero 3…”la  posturale la faccio in palestra. Faccio bene?”

No e si.

No perchè, dati alla mano, troppo spesso le palestre sono popolate da insegnanti non qualificati per eseguire trattamenti di rieducazione posturale.

No perchè la rieducazione posturale è una tecnica che si basa sull’individualità posturale di ognuno di noi. Non esistono esercizi di “posturale” che si fanno in gruppo.

Si se si tratta di un trattamento individuale eseguito da un fisioterapista con formazione adeguata, seppur eseguito in una palestra.

 

la top five delle domande

La top five delle domande dei pazienti: al numero 4…”una vicina di casa ha fatto un corso di shiatsu. mi posso fidare?”

No e si.

No perchè, come già spiegato altrove, se si considera lo shiatsu come un massaggio curativo allora dovrebbero praticarlo solo i fisioterapisti. Se, invece, lo vogliamo inserire nella categoria dei trattamenti estetici, allora può essere praticato solo da chi possiede il titolo riconosciuto di estetista.

Se si escludono queste due categorie, il massaggio shiatsu non potrebbe essere praticato da nessun’altro.

SI se la vicina di casa è una fisioterapista o una estetista.

 

la top five delle domande

La top five delle domande dei pazienti: al numero 5…”il nuoto fa bene per la scoliosi di mia figlia?”

No. Uno studio del 2015 (qui trovate il link, è in inglese…) ha approfondito l’argomento.

Il risultato è il seguente: il nuoto aumenta il rischio di asimmetrie di tronco. Inoltre, il nuoto aumenta il rischio di ipercifosi, di iperlordosi e di LBP (low back pain: dolore lombare).

Conclusione di questo studio? Il nuoto è associato con i rischi suddetti. Nonostante sia considerato uno sport completo ed un trattamento per la scoliosi (ORROREEEEE), i dati raccolti nello studio contraddicono questo approccio e registrano una prevalenza di dolore lombare basso nelle donne.

 

Shiatzu: occhi aperti!

Shiatzu:

Pratica di terapia fisica, in uso in Giappone da oltre duemila anni, che si avvale di una semplice pressione, uniforme e continua, su determinati punti del corpo (gomiti, ginocchia, piedi), compiuta con le dita ma anche con la palma delle mani; si differenzia dal massaggio, come viene spesso erroneamente definito (che comporta invece energiche, ritmiche manipolazioni), e può agire sul sistema nervoso, circolatorio, muscolare e articolare.

Questa è la definizione che si trova sul vocabolario Treccani.

Ma lo scopo dell’articolo di oggi non è capire cosa sia lo shiatzu ma cercare di capire chi lo può praticare e come difendersi da operatori che non sono abilitati.

Shiatzu: perchè oggi parliamo di questa pratica orientale?

Ieri ho trovato sul parabrezza della mia automobile questo biglietto da visita

 

shiatzuE quasi immediatamente ho pensato:”Un’altra bufala?”.

Partendo da un articolo che pubblicai a luglio 2015, analizziamo questo biglietto da visita.

Shiatzu: chi può praticarlo?

In Italia il massaggio è regolamentato in questo modo:

  • il massaggio estetico (rassodante, drenante, linfodrenaggio estetico) può essere effettuato SOLO DA PROFESSIONISTI CHE HANNO CONSEGUITO IL TITOLO DI ESTETISTA
  • il massaggio sportivo può essere effettuato SOLO DA MASSOFISIOTERAPISTI, MASSAGGIATORI SPORTIVI (attraverso corsi istituiti tramite il Ministero della Salute, le Regioni ed il CONI), E FISIOTERAPISTI
  • il massaggio terapeutico (linfodrenaggio terapeutico, massaggio del tessuto connettivale) può essere effettuato SOLO DA FISIOTERAPISTI.

Quindi, a rigor di logica, lo shiatzu dovrebbe essere appannaggio dei fisioterapisti e, entro certi limiti, dei professionisti con titolo di estetista.

In questo bigliettino vediamo che il “massaggiatore” cita un diploma conseguito presso l’AIMA…ma in rete non ci sta alcun riferimento a questa associazione.

Se si cerca, un dato che emerge in modo netto è che L’AGOPUNTURA DEVE ESSERE PRATICATA SOLO DA PERSONALE MEDICO ADEGUATAMENTE FORMATO.

Shiatzu: quanto valgono i diplomi delle scuole di shiatzu?

Per rispondere a questa domanda, ho cercato su Google…e ho sfogliato le pagine di una delle scuole che appaiono per prime.

Non faccio nomi e non metto alcuna immagine o link. Se volete cercate anche voi!

La prima cosa che salta all’occhio è che i docenti sono, per così dire, autoreferenziati. Ovvero: persone che hanno fatto decine di corsi di shiatzu ma non hanno nel loro curriculum alcuna menzione di corsi che si possano ricondurre all’area medico-sanitaria.

La seconda cosa è l’assenza di requisiti specifici per l’ammissione ai corsi. Per cui immagino, ma sono maligno, che questi corsi siano popolati da persone che magari fino a due settimane prima facevano tutt’altra cosa e non hanno la benchè minima idea della differenza tra l’artrosi e l’artrite.

La terza cosa (secondo me la più pesante) è che il titolo rilasciato dalle scuole è un “attestato di frequenza”

shiatzu

immagine tratta da una sezione di domande e risposte di una scuola di shiatzu

Shiatzu: la fantomatica legge n 4 del 2013

In quasi tutti i siti internet delle scuole di shiatzu trovate citata questa legge.

Ve la faccio più semplice: in questa legge si parla della possibilità, per professionisti di una qualunque attività, di potersi regolamentare mettendo su una associazione.

Peccato che le scuole di shiatzu (e non solo loro) omettano il comma 6 dell’articolo 2 che recita

 

6. Ai professionisti di cui all'art. 1, comma 2, anche se  iscritti
alle associazioni di cui al  presente  articolo,  non  e'  consentito
l'esercizio delle attivita' professionali  riservate  dalla  legge  a
specifiche categorie di soggetti, salvo il caso in cui dimostrino  il
possesso  dei  requisiti  previsti  dalla  legge  e  l'iscrizione  al
relativo albo professionale.

 

Quindi, i professionisti ai quali si rivolge la legge 4 del 2013 non possono esercitare professioni regolamentate altrove.

Per qaunto riguarda l’articolo 1 ed il comma 2, ecco cosa dice

2. Ai fini della presente legge, per «professione  non  organizzata
in ordini o collegi», di seguito denominata «professione», si intende
l'attivita' economica, anche organizzata, volta alla  prestazione  di
servizi o di opere a  favore  di  terzi,  esercitata  abitualmente  e
prevalentemente mediante lavoro  intellettuale,  o  comunque  con  il
concorso di questo, con  esclusione  delle  attivita'  riservate  per
legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi  dell'art.  2229
del codice civile, delle professioni sanitarie e  delle  attivita'  e
dei  mestieri  artigianali,  commerciali  e  di  pubblico   esercizio
disciplinati da specifiche normative.

Shiatzu: ma allora che si fa?

Bella domanda!

Il mio consiglio è quello di prendere queste pratiche con le molle.

Adesso sapete molte cose:

  • che le scuole di shiatzu rilasciano attestati di frequenza e non diplomi abilitanti
  • che un operatore shiatzu non necessita di particolari titoli o di particolari conoscenze
  • che, se assimiliamo lo shiatzu ad una pratica curativa od estetica, gli unici abilitati a praticarlo sarebbero fisioterapisti, massoterapisti e professionisti con il titolo di estetista.

Volete fare una cosa gradita a voi, ai vostri amici e conoscenti? Cercate voi stessi le informazioni che io vi ho dato. Spulciate i titoli e i siti di chi propone questi corsi e queste pratiche.

Divulgate queste informazioni.

Solo la conoscenza e l’informazione corretta ci salverà dall’abusivismo!

 

Anatomia di una bufala

Bufala.

Non il bovino che produce il latte dal quale si ottengono meravigliosi latticini. Bensì, come recita il vocabolario Treccani,

Svista, errore madornale; affermazione falsa, inverosimile; panzana

Oggi, quindi, riprenderò in mano un argomento molto attuale e cercherò di adeguarlo all’osteopatia, alla fisioterapia e ai social.

Anatomia di una bufala: partiamo dall’inizio

Questa mattina, Facebook mi ha proposto un post sponsorizzato. Qui sotto potete vedere l’immagine

bufala

(Ho volutamente oscurato nome e sito internet dell’azienda perchè vorrei che l’attenzione si focalizzasse sul principio di una bufala e non su un soggetto in particolare.)

Immediatamente mi si è accesa una lampadina (a basso consumo) in testa e mi sono detto:”Ecco come si può servire una bufala!”

Anatomia di una bufala: le parole sono importanti

Partiamo dalle parole.

Prima riflessione

Nell’annuncio leggiamo

Per chi ne soffre, la cervicale è un problema veramente fastidioso

“La cervicale” non è una patologia. È un segmento anatomico. È un pezzo del nostro corpo: quindi non si può soffrire di cervicale.

Sarebbe come dire:”Le ruote dell’automobile sono un vero e proprio problema”. Oppure:”il dramma delle tastiere wireless”.

La parola “cervicale” identifica un tratto della colonna vertebrale di 7 vertebre. Punto.

bufala

Nell’uso quotidiano è diventato normale dire “soffro di cervicale” oppure “c’ho la lombare”. Ma non è esatto. Anzi: è proprio sbagliato.

Se si soffre di “cervicale” bisogna parlare di “cervicalgia” (ossia: dolore alla cervicale).

Per molti potrà sembrare una questione di lana caprina ma invece è importante usare le parole in modo adeguato.

Se il meccanico vi dicesse:”Il problema sono gli sportelli anteriori”…voi subito sareste pronti a controbattere:”Qual è il problema? Sono rotti? Arrugginiti? Ammaccati?”

La stessa cosa con la cervicale. Dire “c’ho la cervicale” non fornisce alcun dato diagnostico: complica e impiccia le cose.

Seconda riflessione

Per fortuna ci sono alcuni rimedi artigianali naturali che danno grandi risultati

È vero: la medicina non è una scienza esatta. Ma tra l’inesattezza in alcuni casi della medicina ed il ricorrere a “rimedi artigianali”…

Cosa fanno questi fantomatici cuscini farciti di noccioli di ciliegia? Niente di eclatante. Riscaldano.

Punto e basta.

Sono comodi perchè si possono modellare sul collo, ma non fanno altro.

E il benessere generato dal calore è, nella maggior parte dei casi, momentaneo e tendente alla reveresibilità.

In pratica, il calore crea un aumento della circolazione sanguigna e migliora temporaneamente l’eccessiva tensione delle strutture muscolari del collo. Il risultato è una miglior elasticità del collo.

Che però scompare nel momento in cui il calore si riduce.

Terza riflessione

la fascia naturale e termoregolabile con noccioli di ciliegio…

l’aggettivo “regolabile” trae in inganno. Nell’accezione comune (ma anche nei vocabolari) la parola “termoregolabile” indica un qualcosa che si può regolare.

Quando si mette un cuscino di noccioli in un forno a microoonde e lo si scalda per un tot di minuti ad una determinata potenza, non si sa che temperatura si raggiungerà.

Teoricamente, anche le mie mani da osteopata sono termoregolabili e producono benessere: ma non sono in grado di stabilire quanti gradi centigradi emaneranno!!!

Quindi definire “termoregolabile” quel cuscino non è una vra e propria bufala…però ci si avvicina tanto.

Anatomia di una bufala: ma questo cuscino calorifero funziona o no?

Ma allora il calore funziona o no?

È utile questo cuscino?

A chi serve?

Una domanda alla volta, please!

Prima domanda.

Il calore serve: spesso e volentieri funziona in numerose situazioni dolorose dell’apparato locomotore e gastrointestinale. Ma si limita a produrre un effetto momentaneo.

La borsa dell’acqua calda che aiuta nelle coliche di fegato non elimina il calcolo biliare. Nè elimina la possibilità di recidive di colica.

Il calore si limita a ridurre lo spasmo della muscolatura liscia dell’addome e migliora la sintomatologia.

Ma se ci sta un calcolo nella cistifellea, il calore serve a poco.

La stessa cosa si può dire per la CERVICALGIA (usiamo le parole giuste!).

Se il dolore alla colonna cervicale è generato da una postura sbagliata (che mette in tensione irregolare i muscoli), il calore sarà solo un rimedio empirico che permetterà di godere di 8/12 ore di benessere. Poi, non appena si assumerà nuovamente la postura errata, il dolore tornerà come prima.

Seconda domanda: è utile questo cuscino?

Risposta cattiva: serve molto a chi lo vende.

Risposta buona: se siamo coscienti che è un rimedio momentaneo e che per una cervicalgia è opportuno rivolgersi ad un fisioterapista o ad un osteopata allora è utile.

Terza domanda: a chi serve?

A tutti e a nessuno.

Se le posture sbagliate generano la maggior parte dei dolori alla colonna vertebrale ed alle articolazioni principali (spalle, gomiti, ginocchia, anche), allora non giova ad alcuno. E quindi, la rieducazione posturale batte il cuscino 1 a 0.

Se invece, come nel paragrafo precedente, lo usiamo come strumento di “pronto soccorso” allora è utile a molti.

Anatomia di una bufala: ma allora questo annuncio è una bufala o no?

La mia opinione, e sottolineo “la mia opinione“, è che si tratta di un rimedio casereccio associato ad una bufala lessicale.

Spacciare un cuscino con noccioli riscaldabili per, e cito testualmente,

un antico rimedio naturale, grazie al fatto che i noccioli riscaldati rilasciano un calore secco che risulta indicato nel trattamento di dolori articolari, cervicali, torcicolli, coliche addominali e geloni,

allora la bufala è servita.

Il calore secco è un rimedio empirico. Nei dolori articolari è molto più utile un trattamento fisioterapico od un intervento medico.

Il calore del cuscino farcito di noccioli di ciliegia teniamolo per le serate fredde…

La scoperta del mesentere

La scoperta del mesentere: buon anno da scrocknroll!

Nei primi giorni di quest’anno, i giornali hanno riportato una notizia: la scoperta del mesentere.

In realtà, leggendo gli articoli, gli scienziati hanno dato dignità ad un organo che in osteopatia è considerato primario da moltissimi anni.

La scoperta del mesentere: di cosa stiamo parlando?

La definizione di “mesentere” che riporta l’enciclopedia Treccani è la seguente:

In anatomia umana, ampia ripiegatura del peritoneo che congiunge l’intestino tenue alla parete posteriore dell’addome; rappresenta il meso dell’intestino tenue

Tutto chiaro? Credo di no…mi sa che urge una spiegazione alla Scrocknroll!

La scoperta del mesentere: facciamola facile

Innanzitutto cerchiamo di capire cosa è il peritoneo.

Gli organi interni non stanno dentro l’addome come un mucchio di stracci dentro ad un sacco (che bella immagine, eh!) ma sono collegati alle pareti dell’addome e tra di loro attraverso una membrana che li avvolge.

Questa membrana, il peritoneo, è una struttura connettivale (il connettivo è quel tessuto che si occupa di molti compiti tra cui la protezione, al difesa immunitaria, lo scivolamento ed il movimento degli organi interni).

Il peritoneo, oltre ai compiti che abbiamo citato poco fa, collega gli organi interni alla rete vascolare e nervosa del corpo: quindi al suo interno si possono localizzare vene, arterie, nervi e vasi linfatici.

La scoperta del mesentere: perchè è importante?

Il peritoneo ed il mesentere sono FONDAMENTALI per il buon funzionamento del nostro apparato gastrointestinale.

Innanzitutto, assicurano stabilità e adeguata mobilità: in questo caso, “stabile” e “mobile” non sono opposti ma due facce della stessa funzione. Un organo ha necessità di potersi muovere in modo adeguato e “controllato”: se ciò avviene, è assicurata la funzione di quell’organo anche a livello microscopico.

Esempio Scrocknroll: una maglietta della giusta taglia ci permette tutti i movimenti. Una maglietta troppo stretta o troppo larga ci ostacola e rende difficili anche i movimenti più basilari.

Alla stessa maniera, un mesentere che non si muove adeguatamente e che non mantiene la stabilità dell’intestino tenue provocherà disturbi sia locali che a distanza

La scoperta del mesentere: ma cosa è l’intestino tenue?

Ve lo spiego in modo facile facile: è la pajata.

la scoperta del mesentere

il Marchese del Grillo definiva la pajata in un modo folckloristico…ma aveva torto!

E al suo interno si completa la digestione del cibo ingerito e avviene l’assimilazione di numerose sostanze.

Quindi è un organo di vitale importanza. Per questo motivo, il mesentere è una struttura che viene tenuta in gran considerazione.

La scoperta del mesentere: perchè è importante in osteopatia?

In osteopatia la chiave del lavoro è nel cercare e sistemare la riduzione del movimento di una struttura, qualunque essa sia.

E questa ricerca serve perchè il nostro corpo non funziona a compartimenti separati.

Il mesentere, ad esempio, collega e avvolge l’intestino tenue ma, a sua volta, si aggancia con una radice molto tenace alla colonna lombare.

La radice del mesentere si origina dalla seconda vertebra lombare e, scendendo diagonalmente, finisce sulla fossa iliaca interna destra.

È ovvio che la relazione tra intestino tenue e colonna lombare diventa molto intima e bilaterale.

Per questo motivo, infatti, numerose sintomatologie della colonna lombare possono avere origine da un intestino tenue che lavora male.

E se l’intestino lavora male o troppo vigorosamente il movimento si trasmette alla colonna lombare ed alla fossa iliaca interna destra.

La scoperta del mesentere: è una scoperta recente?

No. Lo aveva già descritto e disegnato in modo egregio Leonardo da Vinci (quindi parliamo di quasi 500 anni fa…)

la scoperta del mesentere

immagine tratta da http://www.modellianatomici.it/wp-content/uploads/2016/04/Tavole-anatomiche-leonardo-da-vinci-17f.jpg

Alla fine dell’ottocento, anche Andrew Taylor Still, il medico americano che inventò l’osteopatia, descrisse il peritoneo ed il mesentere!

Quindi possiamo dire che il corpo umano riserva sorprese ma spesso sono sorprese che già conoscevamo!

 

 

 

Come funziona un vaccino?

“COME FUNZIONA UN VACCINO”

PREMESSA OBBLIGATORIA:

Io non sono un medico. Cerco, in questo articolo, di spiegare in modo semplice, come funziona un vaccino.

EVITIAMO POLEMICHE STERILI, LITI E LINK COMPLOTTISTI. CERCHIAMO DI ATTENERCI AI FATTI...

Per realizzare questo articolo, mi sono affidato ad un riassunto in formato pdf del CDC  i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, un organismo di controllo sulla salute pubblica degli Stati Uniti d’America.

 

 

Come funziona un vaccino?

Vi ricordate quando abbiamo parlato del sistema immunitario? Vi avevo spiegato cosa fosse il sistema immunitario innato: l’avevo paragonato alle mura fortificate di una città.

Avevo anche introdotto l’argomento dell’immunità acquisita…

L’immunità acquisita. Ovvero: come funziona un vaccino

Riprendiamo l’esempio della città fortificata.

Le mura sono solide, ben fatte e si oppongono benissimo agli attacchi esterni.

funziona un vaccino

Roma – le mura Aureliane tra Porta San Sebastiano e Porta Ardeatina

Queste mura, oltre ad opporsi ai nemici, sono munite di un sistema di segnalazione che avverte le truppe specializzate che possono attaccare in modo più preciso e mirato.

Come funziona un vaccino: addestrare le truppe specializzate.

I cecchini appostati tra i boschi hanno bisogno di sapere chi sono i nemici e chi sono gli alleati. Senza questo addestramento, è praticamente impossibile difendere la città in modo adeguato.

Uscendo dall’esempio: il nostro sistema immunitario acquisito è formato da globuli bianchi, suddivisi in:

  • macrofagi
  • anticorpi
  • linfociti T
  • linfociti B

Non entro nel merito, limitiamoci a capire che ogni cellula si occupa di una fase ben precisa o di un “nemico” ben preciso.

Come fanno i globuli bianchi a riconoscere il nemico?

Ci sono due modi:

  • contrarre la malattia, entrando in contatto con l’agente patogeno
  • entrare in contatto con l’agente patogeno, attenuato o reso inoffensivo, attraverso un vaccino.

Come funziona un vaccino: la città fortificata e i cecchini

funziona un vaccino

Tornando al nostro esempio, le truppe specializzate hanno due modi per imparare a conoscere i nemici:

  • incontrarli in battaglia
  • catturarne uno e studiarlo

La battaglia può essere vinta o persa. Le nostre truppe potrebbero essere annientate dai nemici e a quel punto le mura sarebbero poco efficaci.

Se, al contrario, le truppe riescono a catturare un nemico disarmato, allora la situazione cambia.

Il nemico, disarmato o reso inoffensivo, può essere studiato in modo accurato.

Il colore dell’uniforme, le mostrine, il tipo di armi, le tecniche di spostamento….

Il prigioniero potrebbe anche mollar qualche cazzotto ma sarebbe comunque inoffensivo per le nostre truppe.

Come funziona un vaccino: torniamo ai globuli bianchi

Essere esposti ad una malattia può avere due risultati:

  • sviluppare una immunità
  • non sviluppare una immunità

Non svilupparla potrebbe significare non sconfiggere la malattia….

I vaccini, invece, hanno lo scopo di esporre il nostro sistema immunitario ad una infezione “controllata” e far sì che si possa creare una “Memoria di difesa”.

In questo modo, quando il nostro corpo entrerà in contatto con il vero agente patogeno, il sistema immunitario acquisito avrà tutte le informazioni necessarie per reagire, difendere e sconfiggerlo.

Ci sono numerosi tipi di vaccini: con virus vivi attenuati, con virus inattivati…Ce ne sono altri tipi, ma l’importante ora è capire lo scopo del vaccino!

Come funziona un vaccino: perchè si fanno varie dosi?

ci sono vari motivi per i quali è necessario fare i “richiami”:

  • se si utilizzano i vaccini inattivati, la prima dose non è abbastanza per far sviluppare una immunità adeguata. Per questo motivo si effettua il richiamo!
  • alcuni vaccini tendono a perdere di efficacia nel tempo, ed è necessario effettuare il richiamo per mantenre una immunità adeguata nel tempo
  • i virus di alcune malattie (ad esempio l’influenza) modificano la loro struttura e quindi è necessario un vaccino ogni volta che si presenta un virus diverso.

Come funziona un vaccino: perchè è importante vaccinarsi

Torniamo all’esempio della città fortificata e dei cecchini.

Facciamo finta che in una zona ci sono 10 città fortificate: 9 hanno addestrato i cecchini, una no.

Quando i nemici attaccano, potrebbero invadere la città non preparata e a quel punto aumentare la loro forza. A quel punto, potrebbero sferrare un attacco molto potente verso le altre città che potrebbero non avere le risorse necessarie per combattere adeguatamente.

Come ho detto all’inizio, NON È MIA INTENZIONE ENTRARE NELLA POLEMICA SUI VACCINI!

Credo solo che sia necessario capire come funzionano i vaccini prima di dire se servono o meno!