
Pochi giorni prima di Natale, è giunto il via libera del Senato al DDL Lorenzin che contiene, tra le altre cose, il riordino della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie con l’aggiunta degli ordini delle professioni infermieristiche, della professione di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Albo dei fisioterapisti: che succede ora?
Non sono un esperto in questioni legislative ma credo che in breve tempo (mi auguro) verrà creato un ordine professionale per i fisioterapisti (la legge ne prevede uno anche per gli osteopati e i chiropratici ma di qeusta materia ne parleremo più avanti).
Così come per i medici, si potrà controllare se il professionista al quale ci si rivolge ha tutte le carte in regola per esercitare quella professione.
Albo dei fisioterapisti: l’abusivismo è dietro l’angolo
Nel 2015, l’AIFI pubblicò dei dati secondo i quali in Italia operavano 100.000 “fisioterapisti” abusivi. Ovvero: sprovvisti dei titoli necessari per legge.
La difficoltà, purtroppo, sta nel fatto che non esiste un albo al quale rivolgersi per sapere se chi abbiamo scelto per la cura del nostro mal di schiena è o meno abilitato.
Precisazioni d’obbligo (che forse mi renderà nemici molti colleghi):
- l’AIFI è una libera associazione privata
- i fisioterapisti che si trovano nell’albo dell’AIFI sono professionisti con le carte in regola
- nell’albo dell’AIFI, quindi, si trovano SOLO i fisioterapisti iscritti all’Associazione
Potrebbero esserci quindi professionisti abilitati ma che non figurano nell’albo dell’AIFI
Albo dei fisioterapisti: una storia tutta italiana
Nel 2003, fece scalpore la vicenda di Roberto Ingravalle.
Roberto Ingravalle aveva esercitato per 20 anni la professione di medico chirurgo ortopedico in ospedale ed in clinica, con risultati molto buoni: aveva raggiunto addirittura la qualifica di aiuto primario presso l’ospedale san Giacomo di Roma.
Peccato che non avesse alcun titolo: nè la laurea nè la specializzazione. (qui trovate il link alla notizia)
L’inganno fu scoperto per le ricerche effettuate da un paziente al quale Ingravalle fece un intervento chirurgico che non andò a buon fine (il link all’atto ispettivo del Senato della Repubblica)
Ora la riflessione è: cosa è meglio? Un ortopedico con i titoli ma di qualità mediocre o un ortopedico in gamba ma che ha solo il diploma di liceo?
La questione è molto spinosa, però se ne esce facilmente con un ragionamento.
Ottenere un titolo significa aver seguito un corso di studi. E significa anche aver ricevuto una valutazione sulla propria preparazione.
Quindi essere iscritti in un albo pubblico e nazionale non certifica che si è bravi ma certifica che si è seguito e completato un ciclo di studi.
Da questo provengono anche grandi responsabilità (come non citare Ben Parker, lo zio di Spiderman!!!)
Albo dei fisioterapisti: cosa si fa fino alla creazione dell’albo?
In attesa dei tempi tecnici necessari all’istituzione dell’albo, ci si può affidare a delle linee guida stilate dall’AIFI:
- Occhio al comportamento
Nessun fisioterapista metterà mai le mani sul paziente senza fare prima una attenta valutazione delle condizioni della persona e senza chiedergli di visionare la documentazione clinica di cui è in possesso, per capire se le cause del problema che affligge la persona siano di sua competenza, per escludere che vi siano controindicazioni al trattamento o se sia necessario l’intervento del medico. Sarà inoltre sempre ben lieto di mettersi in contatto con il medico curante della persona, per stabilire come intervenire insieme sul problema.
- Massima cautela durante la fase di dolore acuto
Attenzione a proposte miracolistiche: il vero professionista sigla un “contratto” terapeutico con il Paziente, informandolo a fondo delle possibilità di intervento fisioterapico per il problema diagnosticato.
- Richiedere sempre la fattura
La prestazione sanitaria effettuata da un vero fisioterapista deve sempre prevedere l’emissione di una fattura esente dal pagamento dell’Iva.
- Ma soprattutto, il titolo abilitante conta.
Verificare il titolo di studio che abilita alla professione, cioè la laurea in Fisioterapia rilasciata in Italia (o estera ma riconosciuta con decreto ministeriale) oppure un titolo equipollente o equivalente. Bando all’imbarazzo, i veri professionisti saranno ben contenti della domanda.