Il diario del dolore (guida semiseria al mal di schiena)

mal di schiena

 

Prima di iniziare, devo ringraziare il dott. Dario Vitale, direttore della scuola EOP di Roma, che mi ha insegnato a capire la medicina osteopatica e i limiti che talvolta ci sono in questa professione.

Non è stato facile trovare un titolo per l’articolo di oggi.

Ma non preoccupatevi: il diario del dolore non è nulla di drammatico

Guida semiseria al mal di schiena: perchè?

Secondo PubMed, in un periodo di tre mesi, almeno un quarto degli statunitensi adulti ha sofferto per almeno un giorno di mal di schiena (i dati sono del marzo 2015 e sono i più aggiornati che ho trovato in rete).

Ma quante di queste persone hanno bisogno dell’osteopatia o della rieducazione posturale?

E quante, invece, necessitano di altri specialisti?

In altri articoli (come quello nel quale spiegavo la differenza tra artrosi ed artrite) abbiamo affrontato la differenza tra un dolore di origine meccanica e un dolore di origine non meccanica.

Mal di schiena e osteopatia: qual è il legame?

L’osteopatia si basa sull’unità del nostro corpo e sui collegamenti tra un apparato ed un altro.

Questi collegamenti, o legami, sono tre: legame meccanico, legame neurologico e legame fluidico.

Brevemente e sommariamente, possiamo definire i tre legami come il modo in cui struttura e funzione si mettono in relazione:

– legame meccanico: una colonna vertebrale rigida potrà influenzare la dinamica respiratoria e, talvolta, viceversa

– legame neurologico: un muscolo eccessivamente contratto porterà disturbi al percorso di un nervo che magari passa all’interno di questo muscolo

– legame fluidico: una postura non corretta potrà influenzare il ritorno venoso dai visceri o dagli arti inferiori

Ok: e cosa c’entra il diario del dolore?

Fare un “diario del dolore” è estremamente utile.

Serve al paziente che inizia a dare un motivo ed un nesso ai suoi sintomi.

Serve all’osteopata per capire se il sintomo riferito dal paziente è di sua competenza o meno.

Diario del dolore e mal di schiena: cosa ci scrivo?

Per prima cosa, cerchiamo di inquadrare il dolore all’interno della giornata.

Un dolore al mattino è differente da un dolore serale o notturno.

Impariamo anche a quantificare sia il dolore che la sua durata.

Talvolta esageriamo e definiamo certi dolori come “continui e inestinguibili”…e poi magari non teniamo a mente che in realtà quel dolore ce l’abbiamo solo quando stiamo seduti a lungo…

Ora sappiamo quando viene, quanto è forte e quanto dura.

È un buon punto di partenza. Ma per capire il nostro dolore sono necessari altri passaggi.

Un dolore di competenza osteopatica ha una relazione causa-effetto.

“Ogni volta che faccio quel movimento, mi viene quel dolore”

“Se ho il dolore e mi metto in quella posizione, dopo un po’ migliora”

“Quando ho il dolore al collo, ogni tanto mi viene anche il mal di testa”

Queste sono frasi che indicano una relazione osteopatica tra il sintomo e la causa.

Quindi, riassumendo, adesso del nostro dolore cominciamo a sapere:

– quando viene

– quanto è intenso

– quanto dura

– come si manifesta

Ma la chiave di volta che può fare la differenza e può aiutare anche l’osteopata sono i cosiddetti “sintomi discordanti”.

Esempi di mal di schiena e sintomi discordanti?

La febbre. La febbre è un sintomo che ritroviamo in tantissime patologie e situazioni.

Ma non esiste una relazione tra febbre e mal di schiena di origine meccanica.

Per quanto una colonna vertebrale possa essere dolente o per quante protrusioni o ernie possa avere, non ci sarà mai una sciatalgia con la febbre.

Allo stesso modo, si valuta la cosiddetta “messa in moto mattutina”.

Al mattino, molti di noi si svegliano “arrugginiti”…ma dopo un po’ (si parla di minuti, eh!) la situazione tende a migliorare.

Se il dolore mattutino o la sensazione di blocco persiste per ore, quasi sicuramente ci troviamo di fronte ad una situazione che potrebbe non essere di competenza dell’osteopata.

Tra i sintomi discordanti possiamo anche annoverare tutte quelle situazioni che non hanno cause o effetti biomeccanici. Come, ad esempio, i sintomi dermatologici (talvolta il Fuoco di sant’Antonio trae in inganno molti professionisti sanitari, proprio per la convivenza di sintomi dolorosi e manifestazioni cutanee).

Ma allora come lo compilo il diario del dolore per il mal di schiena? Esiste un pdf o un foglio excel?

Non credo serva uno schema precompilato (ma se volete, ne posso elaborare uno!). L’importante è ricordare e adeguare il proprio diario ai principi scritti sopra.

– quando viene?

– quanto è intenso?

– quanto dura?

– come si manifesta?

– ci sono sintomi che non concordano?

– ci sono modi per ridurlo/farlo passare?

Concludo dicendovi che questo è un approccio per poter affrontare il mal di schiena in modo logico e che potrebbe velocizzare e migliorare i risultati!