Lombalgia e disinformazione

lombaglia e disinformazione

Lombaglia e disinformazione è l’argomento che vorrei trattare oggi.

Ero alla ricerca di dati riguardanti i tempi di recupero per una lombalgia (questo sarà tema di un altro articolo, tranquilli!) e sfogliando i risultati di Google, mi sono imbattuto in questo articolo.

Analizziamolo e cerchiamo di capire perchè, troppo spesso, troviamo in rete notizie incomplete, fuorvianti o, talvolta, decisamente false.

Lombalgia e disinformazione

Con il termine “lombalgia” si indica una situazione di dolore a carico della zona lombare.

Non si specifica se si tratta di problemi ossei, legamentosi, nervosi, muscolari, viscerali, psicosomatici, degenerativi, infiammatori…e fin qui l’articolo dice cose adeguate.

Poi, d’un tratto, inizia il poutporri.

Si mischiano sintomi, diagnosi, zone. Insomma: non si riesce a capire dove voglia andare a parare un articolo che promette di parlare di

sintomi, cause, esercizi e tempi di recupero

Lombalgia e disinformazione

Ma l’apice si tocca nella sezione “Rimedi per alleviare il mal di schiena”

Vediamoli uno alla volta.

  • riposo: si parla di “radici nervose che guariscono”…inutile dire che, se la lombalgia è infiammatoria, anche due settimane alle Maldive sono inutili per ridurre il dolore. E, soprattutto, i nervi che guariscono sottintendono una lesione tale che al confronto la lombalgia è un bicchiere d’acqua.
  • impacchi di ghiaccio e di calore: addirittura alternati. Il ghiaccio vasocostringe, il calore vasodilata. In caso di un trauma acuto (una distorsione, per esempio) il freddo aiuta a ridurre/limitare l’edema. Se abbiamo una contrattura muscolare, il calore aiuta a ridurla. Se mettiamo il calore su una distorsione ed il ghiaccio su una contrattura….beh…
  • esercizi per la lombalgia: qui il poutpourri tocca la sua vetta più alta. Innanzitutto si mettono sullo stesso tre professionisti completamente diversi: il fisiatra, il fisioterapista ed il chiropratico. Il fisiatra è un medico chirurgo specializzato in medicina fisica e riabilitazione; il fisioterapista è un laureato triennale che si occupa di riabilitazione; il chiropratico è colui che è in possesso del diploma di laurea magistrale in chiropratica.

Immaginate di avere un mobile da riparare e vi venga consigliato di rivolgervi, indistintamente, al falegname, all’architetto e al’ebanista.

Oppure avete un tubo che perde e vi dicono che la riparazione la può effettuare l’idraulico, l’ignegnere idraulico ed un tecnico che lavora in una centrale idroelettrica.

Vi suonerebbe strano? A me si!

Lombalgia e disinformazione

Concludiamo rapidamente ricordando che:

  • se avete dubbi sui vostri dolori, Google può servire ma è comunque pieno di inserzioni a pagamento e di fake news
  • i professionisti qualificati per la vostra lombalgia possono essere il fisiatra, il fisioterapista ed il chiropratico. Ma ognuno di loro ha un campo di azione ben delimitato e ben descritto dalle leggi italiane (qui trovate l’albo dei medici, qui trovate l’albo dei fisioterapisti, qui trovate l’albo dei chiropratici). Per quanto riguarda i fisioterapisti, l’albo è FINALMENTE UFFICIALE E NAZIONALE: quindi se chi vi tratta non si trova in quell’elenco…o è abusivo oppure sta tardando ad iscriversi…

Soprattutto ricordiamoci poche cose FONDAMENTALI:

  • la lombalgia raramente viene in un giorno
  • la lombaglia raramente se ne va con un solo trattamento
  • la moderazione in farmaci e rimedi della nonna va sempre attuata

PS

l’autrice dell’articolo in questione non risulta nè sull’albo dei fisioterapisti nè tantomeno su quello dei medici chirurghi…

Gli ausili per la postura

gli ausili per la postura

Gli ausili per la postura dominano da giorni la pubblicità televisiva.

Parliamo della grande famiglia di Active Posture ed altri ausili: una sorta di accessorio che aiuta a stare dritti con la schiena.

Funziona? Serve? È utile?

Ne avevamo già parlato qui…ma è meglio ripetere le cose!

Analizziamo tutti i pro (pochi) ed i contro (abbastanza…)

Gli ausili per la postura

Partiamo da un classico ragionamento: se Active Posture o gli altri ausili per la postura funzionassero davvero avverando i miracoli che promettono, ci sarebbero due possibilità:

  • li troveremmo in vendita ovunque
  • costerebbo molto

Un arnese così miracoloso, infatti, potrebbe costare molto…

Ma se leggiamo bene la descrizione di questo ausilio, ci rendiamo conto che i produttori/venditori sono molto astuti.

Su uno dei tanti siti che vende questo “busto” si legge

Migliora la postura • Allevia il dolore • Raddrizza la schiena • Riduce la pancia • Ti sostiene

“Migliora la postura”: è vero. In effetti un busto che avvolge, sostiene, comprime e spinge, oggettivamente, migliora la postura.

“Allevia il dolore”: si e no: Può alleviare i dolori relativi alla posizione sbagliata ma se ci stanno fenomeni artrosici, i loro sintomi non saranno alleviati un granchè

“Raddrizza la schiena”: si. Anche un busto di gesso raddrizza la schiena…

“Riduce la pancia”:….beh, avendo una fascia di velcro che si chiude sull’addome, svolge la stessa funzione di una pancera.

“Ti sostiene”: eh…in realtà dovrebbero essere i tuoi muscoli ed i tuoi riflessi posturali a sostenerti.

Allora? Lo compriamo?

Esempio rapido rapido alla Scrocknroll.

Immaginate di avere una automobile.

Immaginate che abbia un problema agli ammortizzatori.

Immaginate che vi venga proposta questa soluzione:

  • metti la tua automobile su di un carro attrezzi
  • la leghi ben bene
  • fai i tuoi giri guidando il carro attrezzi con la tua auto sopra

MIRACOLO! Gli ammortizzatori non danno più problemi e la tua automobile non fa più quel rumoraccio!

Non abbiamo risolto il problema agli ammortizzatori. L’abbiamo semplicemente aggirato.

Con il risultato che, usando sempre meno l’automobile, quando la rimetteremo su strada sicuramente ci saranno altri guasti accumulati e generati dal mancato utilizzo

Gli ausili per la postura

Concludiamo con due riflessioni:

  • se cerchiamo un ausilio che possa migliorare la postura in una persona molto anziana, debilitata e che non è in grado di eseguire o sopportare dei trattamenti fisioterapici e di rieducazione posturale, allora questi ausili vanno bene. (Tant’è che da anni le officine ortopediche producono busti di questo genere)
  • se, invece, speriamo che un arnese ci salvi la schiena a soli 39€…allora ci sbagliamo di grosso!

Idee per una sanità migliore

idee per una sanità migliore

Questa volta non darò consigli pratici, nè spiegherò come funziona la milza o il fegato.

Questa volta, nel mio piccolo, proverò a dare qualche idea, che forse rimarrà inascoltata, a tutti coloro che si occupano di sanità a livello politico ma che, stranamente, raramente interpellano chi nella sanità ci lavora tutti i giorni da anni.

Idee per una sanità migliore

Nel pensare a questo articolo mi sono fatto una domanda:

perchè siamo così attenti ai nostri smartphone ed alle nostre auto e non poniamo la stessa attenzione al nostro corpo?

Ed il problema è proprio questo: se si accende una spia sul cruscotto dell’automobile, la maggiornaza di noi corre dal meccanico per capire cosa accade.

Allo stesso modo, la prima cosa che compriamo pochi minuti dopo aver preso il nuovo smartphone è un proteggischermo e una custodia, possibilmente antiurto.

Idee per una sanità migliore

Eppure non utilizziamo la stessa cura per il nostro corpo. Se ci viene un dolore, non andiamo da uno specialista (che può essere anche un fisioterapista) per avere delucidazioni. Prendiamo una pasticca e via.

Sarebbe come mettere un pezzetto di nastro adesivo sulla spia accesa sul cruscotto

Idee per una sanità migliore

Ma cosa c’entra la politica in tutto questo?

Nella mia esperienza, la prevenzione e il mantenimento quotidiano costano moooolto meno dell’intervento eccezionale.

In 23 anni di professione ho conosciuto decine di persone che, nonostante l’età avanzata e una vita lavorativa attiva e intensa, avevano una forma fisica più che buona.

Con “forma fisica” non intendo l’essere magri o prestanti, ma semplicemente non avere limitazioni articolari notevoli o dolori che rendono difficile lo svolgimento delle attività di vita quotidiana.

Idee per una sanità migliore: le buone abitudini di una volta

Quando andavo alle elementari (dal 1980 al 1985), periodicamente venivamo visitati da un ortopedico ed un fisioterapista che effettuavano uno screening della colonna vertebrale e monitoravano l’andamento di quei bambini che avevano una scoliosi o qualunque altra patologia a carico della schiena.

Questi screening sono continuati fino agli anni ’90. Infatti, quando ho iniziato a lavorare per la Fondazione Don Gnocchi di Roma, ho conosciuto colleghi e colleghe che periodicamente si occupavano sia dello screening che di organizzare gruppi di ginnastica correttiva nei centri abitati limitrofi alla zona di Ponte Milvio.

Poi, per motivi che non conosco ma che immagino possano coincidere con i famigerati tagli alla spesa pubblica, queste buone abitudini sono scomparse.

Idee per una sanità migliore: facciamo due conti.

Non sono un economista e non conosco a fondo i costi della sanità pubblica, però nel mio piccolo so una cosa.

DI sicuro costa meno far fare un trattamento a settimana di mantenimento/prevenzione per un lungo periodo ad una persona piuttosto che attivare tutta la routine relativa ad una protesi.

La routine che prevede visite ortopediche, preospedalizzazione, intervento, costi della protesi, dimissioni e fisioterapia.

E, comunque, sostituire un ginocchio per artrosi non significa miracolare la persona. Significa che quel ginocchio darà meno fastidio. Ma i danni provocati da una deambulazione difettosa sostenuta per anni non verranno toccati in modo efficace dall’intervento.

Idee per una sanità migliore: la mia idea

Basta poco:

  • reintrodurre screening e monitoraggi in età scolare (magari non facendoli fare da soggetti privati che poi ti allungano il biglietto da visita dello studio…)
  • premiare ed incentivare le abitudini virtuose come una alimentazione sana, una vita attiva e la riduzione dei fattori di rischio.

Idee per una sanità migliore: il modello Bjorn Borg

In questo articolo del Daily Mail è raccontata la storia dell’azienda fondata dalla leggenda del tennis svedese.

La società di Bjorn Borg “obbliga” i dipendenti a fare attività fisica settimanalmente. Portando avanti una tradizione che nel paese scandinavo va avanti dagli anni 80.

Infatti numerosissime aziende incentivano, anche in modo meno “pesante”, la pratica sportiva concedendo, ad esempio, somme di denaro per l’iscrizione a centri sportivi. Somme interamente detraibili dalle tasse…

I vantaggi sono sia per il datore di lavoro (tutta quella serie di attività che generano legame e rafforzano il team building) ma sono anche per il lavoratore che può praticare sport nell’orario di lavoro e con una riduzione della spesa.

Prevenire l’artrosi

prevenine l'artrosi

Tranquilli: non è un titolo acchiappaclick. Oggi vi parlerò di come si possa prevenire e gestire l’artrosi. E di come la prevenzione possa essere la chiave per una sanità pubblica migliore.

Prevenire l’artrosi

innanzitutto: cosa è l’artrosi?

Secondo la definizione del ministero della salute. l’artrosi è

un’alterazione degenerativa di un’articolazione nel suo complesso, caratterizzata da lesioni progressive della cartilagine articolare e dell’osso sottostante, che provoca un grado variabile di limitazione funzionale e ha un impatto negativo sulla qualità di vita.

Le cause possono essere idiopatiche (ossia a sé stanti e non conseguenti ad altri processi morbosi) oppure secondarie ad eventi traumatici, a malattie endocrino-metaboliche o a patologie reumatiche.

Noi ci occuperemo della prevenzione dell’artrosi secondaria a eventi traumatici e ad usura.

Qui trovate un mio precedente articolo pubblicato sul sito della scuola di osteopatia EOP

Prevenire l’artrosi: capire meglio.

In parole povere, l’artrosi è il cardine della porta che si rovina a causa dell’usura.

Quindi, se il cardine si rovina, la porta cigolerà, si aprirà meno o peggio, sarà più difficile usarla al meglio.

Unica differenza è che il cardine si può sostituire, l’articolazione no.

Prevenire l’artrosi: e allora la protesi?!?

La protesi articolare sostituisce SOLO la parte ARTICOLARE e non ha effetti degni di nota sulle modificazioni che si sono generate nei dintorni anatomici.

Tornando al cardine della porta: se sostituiamo il cardine di un portone in legno del 1500, si ridurrà il cigolìo e il portone si aprirà e chiuderà meglio ma non ci saranno effetti sulle eventuali problematiche del legno legate all’età del portone.

Allo stesso modo, se sostituiamo l’articolazione del ginocchio o dell’anca, non ci saranno effetti di miglioramento per quel che riguarda ispessimenti legamentosi o accorciamenti muscolari sviluppatisi negli anni.

Prevenire l’artrosi: consigli pratici

Andiamo al succo del discorso.

Come prevenire l’artrosi?

Innanzitutto l’artrosi si previene dalla giovane età, attraverso:

  • vita attiva
  • controllo del peso
  • riduzione di tutti quei fattori di rischio che possono influire sulle articolazioni

I fattori di rischio del terzo punto sono:

  • posture lavorative sbagliate
  • attività sportiva eccessiva o non adeguata
  • abitudini di vita non salutari

Prevenire l’artrosi: basta poco

In effetti basta molto poco per prevenire l’artrosi.

  • Una dieta controllata (che non significa il digiuno dell’eremita, ma semplicemente fare in modo che il proprio peso non vada costantemente fuori dai binari)
  • una vita attiva: basta usare meno l’ascensore e utilizzare di più i tragitti a piedi quando ciò è possibile. (se poi si abita in città con un trasporto pubblico come Roma…i tragitti a piedi sono più che consigliati!)
  • evitare posizioni prolungate nel proprio lavoro: se si lavora in un ufficio, evitare di rimanere alla scrivania per più di 50 minuti consecutivi. Basta anche solo alzarsi per andare in bagno o per andare a bere un bicchier d’acqua per attivare le articolazioni ed evitare che la postura generi accorciamenti dei tessuti molli.
  • ascoltare il proprio corpo e dare retta ai sintomi: un doloretto o una tensione vanno analizzati e non zittiti con gli antidolorifici. Meglio una visita dal fisioterapista o dal medico ogni tanto che una protesi tra 20 anni.

Albo dei fisioterapisti: luci ed ombre

albo dei fisioterapisti

Ne avevamo parlato qui e qui.

Ma finalmente comincia a prendere forma l’albo dei fisioterapisti.

(cliccando qui potete accedervi e cercare il vostro fisioterapista di fiducia)

Sfogliandolo, ho iniziato a ritrovare colleghi ed amici.

Ma restano, secondo me, luci ed ombre.

Vediamo quali.

Albo dei fisioterapisti: le luci

Cominciamo dalle luci.

Avere un albo nazionale significa soprattutto che si è generato un processo virtuoso molto importante.

Questo processo fornisce un risultato fondamentale: chi è iscritto in questo albo è in possesso di un titolo di studio che, a livello NAZIONALE, certifica la sua appartenenza alla categoria dei fisioterapisti.

Quindi, una prima spallata forte e decisa all’abusivismo.

Finalmente, come per altri professionisti dell’area medica; è possibile sapere se chi ci metterà “le mani addosso” è in possesso di un titolo riconosciuto.

Albo dei fisioterapisti: e le ombre?

Le luci sono ben chiare: per essere iscritti nell’albo dei fisioterapisti, è necessario passare attraverso un procedimento di verifica dei titoli di studio.

Al termine di questa procedura, le chiacchiere stanno a zero. L’iscritto nell’albo dei fisioterapisti ha TUTTO IL DIRITTO DI DEFINIRSI FISIOTERAPISTA.

Ma rimangono delle ombre.

Ovviamente si tratta di una mia opinione ma l’ombra maggiore che aleggia sugli ordini professionali riguarda proprio la professionalità.

Albo dei fisioterapisti: le ombre

Essere iscritti in un albo significa che il nostro titolo di studio è stato verificato e, secondo una commisisone, risponde a criteri generali che identificano il professionista.

Purtroppo, quello che non ci dice l’albo è se quel professionista è bravo o meno.

Non sappiamo se sarà affabile o scorbutico.

Non ci dice se quel professionista si aggiorna facendo corsi periodicamente oppure ha preso il titolo anni fa e poi non ha più aperto un libro.

Ma questo è un limite di ogni forma di aggregazione professionale: ad esempio, se sfogliate l’albo dei giornalisti trovate dei nomi che vi fanno chiedere “ma anche tizio è un GIORNALISTA!??!?!”

Albo dei fisioterapisti: una vittoria a metà

Indubbiamente sono strafelice per la creazione di questo albo. E lo sono anche perchè si spazzano via gli albi “privati”: ossia tutti quegli albi che indicavano SOLO GLI ISCRITTI e non tutti i fisioterapisti italiani.

Nell’albo dei fisioterapisti (che trovate a questo indirizzo) trovate SOLO fisioterapisti certificati ed autorizzati.

Se il vostro fisioterapista non è presente in questo albo ci sono due possibilità:

  • o la sua pratica è ancora in lavorazione (e posso assicurarvi che dura alcune settimane)
  • o non è un fisioterapista che risponde ai parametri stabiliti dalle autorità e quindi….

Albo dei fisioterapisti: conclusioni

Le luci sono finalmente molte e le ombre si sono in parte dissolte.

Il fisioterapista ha il suo albo professionale e l’abusivo dovrà farsene una ragione.

Per il resto proseguirà l’umana abitudine del passaparola…rinforzata però da un supporto ufficiale e inequivocabile!