Fisioterapista: un mestiere “all’antica”

fisioterapista
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Fisioterapista: una parola che, troppo spesso, viene confusa con mille altre figure. E, purtroppo, troppo spesso viene sminuita e messa in un angolo

Fisioterapista: chi è e cosa fa

Sarò onesto: non ho cercato molto in rete (anche perchè non esistendo un ordine o un albo dei fisioterapisti è difficile trovare fonti univoche).

Ho trovato, però, il Decreto 14 settembre 1994, n.741 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.6 del 9.1.1995 (qui trovate il link al documento in formato PDF).

E la definizione è decisamente chiara:

il fisioterapista è
l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in
via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di
prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali
superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia,
congenita o acquisita.

Oggi però non voglio entrare nel merito delle competenze o delle equipollenze, ma voglio fare un ragionamento più “filosofico”.

Fisioterapista: è simile ad uno chef?

fisioterapista

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Secondo me il mestiere del fisioterapista ricorda molto quello dello chef: capacità teorico-pratiche, necessità di presenza (con la parola “presenza” intendo lo stare qui ed ora…ovvero la capacità di concentrarsi in modo assoluto sul problema che si ha davanti senza distrarsi), capacità di gestire inconvenienti ed imprevisti che escono fuori dalla routine quotidiana.

E tutto ciò eseguito, per la maggioranza dei casi, con le proprie mani o con pochi ma basilari strumenti.

Fisioterapista: adesso vi spiego il mio ragionamento

Sempre più spesso si leggono in giro articoli su metodi di riabilitazione che si avvalgono di ausili robotici, di software eccezionali, di interfacce futuristiche.

E, quando si parla di queste innovazioni, la riabilitazione diventa un affare gestito da medici, ingegneri, tecnologi e tecnici.

Risultato? L’idea che esce fuori è quella di una riabilitazione in cui il fisioterapista serve sempre meno. Basta collegare la mano o il piede del paziente al computer attraverso l’attrezzo robotico et voilà! La riabilitazione è servita!

Fisioterapista: cosa c’entra lo chef?

Il paragone con lo chef mi è venuto in mente guardando le decine di trasmissioni televisive dedicate alla cucina.

Nonostante la pubblicità ci bombardi con robot da cucina ultra sofisticati che tagliano, affettano, frullano, tritano, cuociono, friggono…nelle cucine professionali gli chef continuano a fare quasi tutto a mano.

Ci possono essere impastatrici o planetarie che agevolano e velocizzano alcuni compiti, ma spesso e volentieri lo chef veramente bravo è in grado di tirare una sfoglia per la pasta all’uovo senza avere diecimila attrezzi!

La stessa cosa la fa il fisioterapista.

Per riabilitare un ginocchio operato o una situazione post ictus ci sono strumenti che ci tornano utili per rendere meno faticoso e gravoso il compito, ma la vera maestria sta nelle mani del fisioterapista.

Esistono macchine che possono aiutare nell’esecuzione di esercizi di rieducazione posturale Mezieres, ma nessuno strumento batte la mano e l’occhio del fisioterapista.

Fisioterapista: e in futuro?

Il futuro, per come la vedo io, rimarrà sempre nelle mani dell’uomo.

Al momento mi sembra molto difficile che si riesca a progettare un macchinario in grado di gestire  e adattare la propria funzione in modo migliore delle mani del fisioterapista.

Così come non esistono macchinari che curano le carie in modo automatico.

Così come in cucina ci sono gli chef. E i robot da cucina, senza di loro, sarebbero solo rutilanti esercizi di design.

 

La scoperta del mesentere

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La scoperta del mesentere: buon anno da scrocknroll!

Nei primi giorni di quest’anno, i giornali hanno riportato una notizia: la scoperta del mesentere.

In realtà, leggendo gli articoli, gli scienziati hanno dato dignità ad un organo che in osteopatia è considerato primario da moltissimi anni.

La scoperta del mesentere: di cosa stiamo parlando?

La definizione di “mesentere” che riporta l’enciclopedia Treccani è la seguente:

In anatomia umana, ampia ripiegatura del peritoneo che congiunge l’intestino tenue alla parete posteriore dell’addome; rappresenta il meso dell’intestino tenue

Tutto chiaro? Credo di no…mi sa che urge una spiegazione alla Scrocknroll!

La scoperta del mesentere: facciamola facile

Innanzitutto cerchiamo di capire cosa è il peritoneo.

Gli organi interni non stanno dentro l’addome come un mucchio di stracci dentro ad un sacco (che bella immagine, eh!) ma sono collegati alle pareti dell’addome e tra di loro attraverso una membrana che li avvolge.

Questa membrana, il peritoneo, è una struttura connettivale (il connettivo è quel tessuto che si occupa di molti compiti tra cui la protezione, al difesa immunitaria, lo scivolamento ed il movimento degli organi interni).

Il peritoneo, oltre ai compiti che abbiamo citato poco fa, collega gli organi interni alla rete vascolare e nervosa del corpo: quindi al suo interno si possono localizzare vene, arterie, nervi e vasi linfatici.

La scoperta del mesentere: perchè è importante?

Il peritoneo ed il mesentere sono FONDAMENTALI per il buon funzionamento del nostro apparato gastrointestinale.

Innanzitutto, assicurano stabilità e adeguata mobilità: in questo caso, “stabile” e “mobile” non sono opposti ma due facce della stessa funzione. Un organo ha necessità di potersi muovere in modo adeguato e “controllato”: se ciò avviene, è assicurata la funzione di quell’organo anche a livello microscopico.

Esempio Scrocknroll: una maglietta della giusta taglia ci permette tutti i movimenti. Una maglietta troppo stretta o troppo larga ci ostacola e rende difficili anche i movimenti più basilari.

Alla stessa maniera, un mesentere che non si muove adeguatamente e che non mantiene la stabilità dell’intestino tenue provocherà disturbi sia locali che a distanza

La scoperta del mesentere: ma cosa è l’intestino tenue?

Ve lo spiego in modo facile facile: è la pajata.

la scoperta del mesentere

il Marchese del Grillo definiva la pajata in un modo folckloristico…ma aveva torto!

E al suo interno si completa la digestione del cibo ingerito e avviene l’assimilazione di numerose sostanze.

Quindi è un organo di vitale importanza. Per questo motivo, il mesentere è una struttura che viene tenuta in gran considerazione.

La scoperta del mesentere: perchè è importante in osteopatia?

In osteopatia la chiave del lavoro è nel cercare e sistemare la riduzione del movimento di una struttura, qualunque essa sia.

E questa ricerca serve perchè il nostro corpo non funziona a compartimenti separati.

Il mesentere, ad esempio, collega e avvolge l’intestino tenue ma, a sua volta, si aggancia con una radice molto tenace alla colonna lombare.

La radice del mesentere si origina dalla seconda vertebra lombare e, scendendo diagonalmente, finisce sulla fossa iliaca interna destra.

È ovvio che la relazione tra intestino tenue e colonna lombare diventa molto intima e bilaterale.

Per questo motivo, infatti, numerose sintomatologie della colonna lombare possono avere origine da un intestino tenue che lavora male.

E se l’intestino lavora male o troppo vigorosamente il movimento si trasmette alla colonna lombare ed alla fossa iliaca interna destra.

La scoperta del mesentere: è una scoperta recente?

No. Lo aveva già descritto e disegnato in modo egregio Leonardo da Vinci (quindi parliamo di quasi 500 anni fa…)

la scoperta del mesentere

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Alla fine dell’ottocento, anche Andrew Taylor Still, il medico americano che inventò l’osteopatia, descrisse il peritoneo ed il mesentere!

Quindi possiamo dire che il corpo umano riserva sorprese ma spesso sono sorprese che già conoscevamo!