Dislessia.

Oggi inizio con una parola che è pesante come un macigno.

Però vorrei provare ad alleggerirla, a renderla più chiara, a togliere di mezzo credenze e leggende metropolitane.

Per questo articolo, ho chiesto aiuto a Claudia de Santis, una amica logopedista che si occupa di dislessia e di altri disturbi legati all’apprendimento ed al linguaggio.

Qui trovate il suo sito ed i suoi contatti.

Parlando con Claudia, le ho proposto un esempio alla Scrocknroll per capire la dislessia.

Soprattutto per capire perchè viene, se è una cosa congenita, se e quanto ha importanza l’ambiente che circonda il bambino.

PREMESSA FONDAMENTALE:

i miei esempi sono sempre molto “basic” proprio per rendere chiare le cose a tutti! È ovvio che talvolta possono essere poco precisi..ok?

E l’esempio che le ho proposto è quello dei capelli.

Nel mio caso, i capelli sono un lontano ricordo che risale ai tempi del liceo.

I capelli: una parte del nostro corpo decisamente individuale ed unica. Ognuno ha il proprio colore, la propria forma, la propria attaccatura sulla fronte e sulla nuca.

Poniamo il caso che il nostro colore ci faccia schifo. Proprio non ci riusciamo a vederci con quei ricci marroncini e indomabili.

Ci svegliamo la mattina somigliando sempre alla Signorina Silvani…

https://mariaemmajr.files.wordpress.com/2014/06/1402680810.jpg?w=700

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Che fare?

Si va dal parrucchiere. Si stirano i ricci. Si fa una bella tinta. E via! I ricci che tormentavano le nostre mattine sono stati sostituiti da dei bellissimi capelli color oro!

Però il riccio marroncino è sempre in agguato. Dopo qualche settimana, il colore tornerà a fare capolino e i capelli tenderanno ad arricciarsi di nuovo.

E quindi, torneremo dal parrucchiere un’altra volta.

Paragoniamo la dislessia ai nostri capelli.

Con la dislessia ci si nasce. Sta lì. Dobbiamo imparare a conosceral e a conviverci.

Possiamo imparare metodi per aggirarla. Possiamo usare ausili per contrastrarla. Ma sarà sempre lì. Come i nostri indomabili ricci marroncini.

Così come per i ricci, però, anche per la dislessia sono NECESSARI alcuni passaggi FON-DA-MEN-TA-LI.

– rivolgerci ad un neuropsichiatra dell’età evolutiva che possa fare una diagnosi adeguata e tempestiva

– rivolgerci a professionisti della logoterapia e della neuropsicomotricità che possano aiutarci a gestire la dislessia

Per chi fosse incuriosito dall’argomento, vi metto qui il link alla breve intervista che ho fatto a Claudia de Santis, pubblicata su www.renzospanu.it

Co’ quer nome, giusto er macellaro potevi fa’…

Oggi voglio regalarvi un articolo rapido e spensierato che nasce da un incontro che ho avuto con due foodblogger: Luca Sessa di “Per un pugno di capperi” e Silvia De Leonardis di “Acqua e farina-sississima“.

Chiacchierando del food blogging in generale, Luca mi ha dato uno spunto interessantissimo: nonostante la cucina attuale vada verso ricette sempre più ricercate e, talvolta, astruse, le ricette più cercate sui motori di ricerca e sui blog di cucina sono quelle più semplici.

La pasta alla gricia, la cotoletta panata, la pasta cacio e pepe: piatti della tradizione culinaria italiana che, però, sembrano essere finiti nel dimenticatoio per far posto a ricette come il flan di topinambur e chips croccanti o la millefoglie destrutturata.

Quindi l’articolo di oggi avrà come argomento la semplicità e soprattutto la corrispondenza tra alcuni piatti della cucina romana (di cui si occupa SIlvia nel suo blog) e le parti anatomiche che li compongono.

A gennaio avevamo già parlato del muscolo psoas in questo articolo. Lo psoas altro non è che il filetto: il taglio più richiesto e, per alcuni, più pregiato del bovino.

Adesso vediamo altre leccornie!

Stinco e ossobuco, ad esempio, sono la stessa cosa: solo che il primo è intero ed il secondo è a fette. Erroneamente si ritiene che l’ossobuco sia una vertebra e quindi che il midollo gustosissimo che si trova nell’osso sia il midollo spinale. In realtà, l’ossobuco è ottenuto tagliando a fette, appunto, lo stinco che è il corrispettivo della nostra gamba (attenzione! per gamba, in anatomia si intende la parte di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia). Quindi il midollo che gustiamo nell’ossobuco magari vicino ad un buon risotto allo zafferano è il midollo osseo!

Andiamo ora a cose più caratteristiche…come la trippa e la romanissima pagliata.

In modo molto generico e vago, la trippa viene definita come “lo stomaco del bovino”.

In realtà, se avete qualche reminiscenza delle lezioni di scienze delle elementari, ricorderete che i ruminanti hanno ben più di uno stomaco. Ne hanno addirittura quattro: rumine, reticolo, omaso e abomaso. Non entrerò nello specifico, ma vi dico solo che ognuna di queste quattro parti ha una caratteristica specifica e un sapore differente.

Della pagliata (o come si dice in romanesco “pajata”) spesso si dice un’altra cosa non molto “educata”.

La pagliata è l’intestino tenue del vitellino da latte che viene utilizzato dopo averlo pulito ma senza rimuovere del tutto il contenuto.

In realtà, è nel colon che avviene la trasformazione in…beh, avete capito.

Quindi, quando mangiate dei rigatoni con la pajata state tranquilli: non è….ehm…vabbè, avete capito, no?

Ci sono poi i rognoni (ossia i reni), i nervetti (tendini e cartilagini dello stinco bovino), le animelle (la ghiandola che nell’uomo corrisponde al timo), la coratella (insieme di cuore, fegato, polmone, milza, reni e mammella).

Il fegato non credo abbia bisogno di spiegazioni, così come la testina, il cervello e la coda!

Beh? Siete perplessi? Smetterete di mangiare interiora e diventerete tutti vegetariani?

Spero di avervi dato qualche informazione succulenta: chissà, forse guarderete in modo diverso il banco del macellaio la prossima volta che farete la spesa!

Il titolo di oggi è un’altra citazione al film culto “Febbre da Cavallo“, già citato nell’articolo del 28 gennaio

Scrocknroll 1 – The Huffington Post 0

Scrocknroll ne aveva parlato a luglio dell’anno scorso…oggi ne parla anche l’Huffington Post.

Scrocchiarsi le articolazioni fa bene o male?

Qui trovate l’articolo dell’Huffington Post…invece a quest’altro link il mitico articolo di Scrocknroll!

L’importante è parlarne e sfatare i falsi miti e le leggende che circondano il nostro corpo!

Rimanete sintonizzati..visto che questo blog qualche volta stupisce e precede i blog titolati!