Grazie a tutti e tutte!

Di solito, i riassunti di fine anno sono noiosi e melensi!

Questo invece è ben fatto! Forse potrà sembrarvi autocelebrativo ma se Scrocknroll va bene è merito VOSTRO!

Grazie ancora!

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

Un “cable car” di San Francisco contiene 60 passeggeri. Questo blog è stato visto circa 2.700 volte nel 2014. Se fosse un cable car, ci vorrebbero circa 45 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Un bel gesto

Oggi prendo spunto da un interessante articolo di Dario Vitale, pubblicato su sito della scuola di osteopatia EOP.

Il titolo è “l’importanza di un bel gesto”.

Dario spiega in modo semplice (e con due immagini molto evocative: un arciere giapponese ed una coppia che balla il tango) l’importanza di un “bel muoversi”.

Seguendo il suo esempio, vorrei anche io portare un esempio quanto un bel gesto sia armonioso, elegante e soprattutto “economico”.

“Economico” nell’accezione comune significa non spendere inutilmente.

In osteopatia “economico” indica la miglior resa alla minima spesa.

E l’esempio che mi viene in mente, ovviamente gastronomico e semplice da capire, è quello dei tortellini fatti a mano.

Reduce da una domenica pomeriggio social in cui abbiamo fatto tortellini a mano (guidati dai sapienti consigli di Natalia Cattelani), ho capito meglio l’articolo di Dario Vitale.

I primi tortellini sono stati disastrosi: ero lento nel fare la dimensione giusta del ripieno. Lento nel chiudere e drammaticamente inetto nel dare la forma giusta!

Poi, dopo un po’, il gesto è diventato più semplice. E, di conseguenza, un gesto bello ed economico!

Nello specifico, il bel gesto di domenica pomeriggio si è concretizzato in 4 vassoi di tortellini!

Tornando in un ambito più “osteopatico”, il bel gesto descritto da Dario è parte integrante di una serie di “piccoli gesti”: stare in piedi, camminare, respirare.

Se impariamo a camminare, respirare, stare in piedi in modo bello ed economico, anche i gesti più complessi diventeranno belli ed economici!

Troppo spesso, se non manteniamo correttamente la nostra postura in piedi o seduti il risultato è un dispendio energetico e posturale eccessivo. La struttura fasciale (muscoli, legamenti, tendini e più in generale, il tessuto connettivo) soffre e comincia a delegare il mantenimento della postura ad articolazioni ed ossa. Per esempio, quando stiamo seduti davanti al computer, assumiamo una posizione che ci sembra comoda e rilassante. In realtà, la posizione tipica di chi sta seduto è falsamente comoda. Nel tempo, in questa posizione, i muscoli ed i legamenti perderanno di elasticità e inizieranno processi di ispessimento ed irrigidimento. Il circolo vizioso si chiude quando, dopo numerosi e ripetuti stimoli sbagliati, il tessuto connettivo comincia a trasformarsi in tessuto troppo rigido (ad esempio le spine calcaneari) e quindi il processo diviene quasi irreversibile. Ho detto “quasi irreversibile” perchè, salvo casi estremi, c’è sempre modo di rimettere in un sistema economico il nostro corpo!

consigli2

 

Questa “economia” il nostro corpo la impara con l’osteopatia, che ha come unico scopo il risolvere problemi di riduzione/assenza di movimento del nostro corpo, e con la rieducazione posturale, che rimette in una giusta tensione lo scheletro fasciale.

Chissà, forse l’anno prossimo, con un bel gesto, riuscirò a produrre più tortellini!

 

la foto della postura da seduti è tratta dal sito http://www.schienainsalute.it/

 

I panni stesi (o gli organi addominali…)

organi addominali

Oggi non vi darò idee per ottimizzare l’utilizzo della vostra lavatrice. E nemmeno un trucchetto per stirare rapidamente le gonne a pieghe.

Oggi vi voglio spiegare come mai gli organi addominali sono tra le parti del nostro corpo che subiscono maggiormente la forza di gravità e i problemi posturali.

“E cosa c’entrano i panni?” direte voi? È l’esempio alla “SCROCKNROLL” di oggi. (che, tra l’altro, si mostra per la prima volta sul suo blog!)

I panni stesi ad asciugare. Sul filo in balcone, sullo stendino in bagno o in terrazza. Dovunque vengano messi ad asciugare, i panni hanno bisogno di un requisito fondamentale: devono essere stesi su fili orizzontali. E devono essere stesi in modo uniforme distribuendo bene il peso su tutto il filo.

organi addominali

 

Se i panni sono stesi su di un filo ben teso e ben distanziati tra di loro, si asciugheranno rapidamente.

Ma cosa succede se qualche buontempone ci fa uno scherzo e mette in verticale il filo sul quale abbiamo steso i nostri panni?

I panni si ammasserebbero gli uni sugli altri. L’asciugatura sarebbe lunga, difficoltosa e poco efficace.

Risultato? Una schifezza.

Se il filo per stendere magicamente diventa verticale, siamo costretti ad inventarci un sistema per far sì che i panni possano assumere una posizione perpendicolare al filo.

Questo sistema sarebbe difficoltoso e dovrebbe tener conto di numerose variabili: essere un sistema stabile ma non rigido per evitare che un vento troppo forte si possa portare via tutto; essere facilmente gestibile; avere dei sistemi che permettano di mettere ad asciugare sia un calzino che una tovaglia.

“Ok. Ci hai spiegato come stendere i panni. Ma cosa c’entra questo con il nostro corpo e con l’osteopatia?”

C’entra! Perchè i nostri organi addominali sono legati alla colonna vertebrale come i panni sono stesi al filo.

Piccola parentesi anatomica (che sarà breve e il più semplice possibile)

organi addominali

Come potete vedere, gli organi addominali sono tenuti da una struttura fasciale. E questa struttura è il nocciolo di tutto. È il PERITONEO e, nello specifico, la RADICE DEL MESENTERE.

Il peritoneo è una struttura connettivale che collega, nutre, sostiene, mobilizza e connette tutti i visceri addominali.

La radice del mesentere è la struttura che tiene in posizione l’intestino tenue. Questa radice si attacca alle vertebre lombari e si apre a ventaglio per dare innervazione, vascolarizzazione, nutrimento e sostegno a tutto l’intestino.

Per capirci: stiamo parlando di una radice di 15/20cm che sostiene un tubo lungo mediamente 6/7 metri!

Finchè eravamo a quattro zampe non esistevano problemi: i visceri stavano appesi al filo dei panni e la forza di gravità era ben suddivisa sui quattro arti.

Poi, due milioni di anni fa abbiamo deciso che era meglio camminare su due zampe…e ci siamo complicati la vita!

Nel passaggio da quadrupedi a bipedi, la radice dell’intestino è rimasta attaccata alle vertebre lombari ma l’intestino si è ammassato su se stesso.

Questo “ammucchiamento” ha reso più complicata la gestione del transito intestinale, dal momento che la forza di gravità, che tende a portare verso il basso tutto il pacchetto viscerale, è aiutata in questo compito dal diaframma che ad ogni atto respiratorio spinge in basso i visceri.

Oltre alla quotidiana lotta per combattere la forza di gravità che cerca di spiaccicarci al suolo come delle frittelle, il nostro corpo è costretto ad uno sforzo ulteriore per mantenere il buon funzionamento degli organi interni che continuano ad essere dei panni messi a stendere su un filo verticale!

L’osteopatia, che si occupa di risolvere i problemi legati alla riduzione e alla limitazione del movimento di un qualunque segmento corporeo e delle sue interazioni, cerca di aiutare il lavoro dei visceri agendo proprio sul “filo dei panni”, in modo che il corpo possa funzionare meglio nonostante la scelta dell’essere bipedi!

Concludo l’articolo di oggi con delle foto nelle quali potete vedere Scrocknroll mentre dimostra praticamente l’argomento di oggi

organi addominali organi addominaliorgani addominaliorgani addominali

 

 

 

GLOBALITA’

 

Premessa fondamentale: oggi non vi darò la ricetta di una torta dimagrante. E nemmeno indicazioni per la dieta perfetta.

Di queste cose se ne occupano i nutrizionisti!

Oggi parleremo di una parola che in questi ultimi anni, nell’ambito medico e del benessere in genere, va tanto di moda:GLOBALITA’.

Approccio globale, tecniche globali, terapie globali…

Ma siamo sicuri che si tratti veramente di globalità e non di approssimazione?

“Uh ma com’è serio oggi, Scrocknroll!” direte voi!

Non correte, cari lettori!!

Gli esempi facili e chiarificatori ci saranno anche oggi..ma è FONDAMENTALE capire bene cosa vuol dire “globalità”.

Ad esempio, cercando sul web, si trova la definizione del dizionario del Corriere della Sera (tratto dal sito hoepli.it) che dice:

1 Carattere di ciò che è globale

2 Complessità; visione d’insieme di un problema, di una situazione, di un argomento: le questioni vanno trattate nella loro globalità

È interessante la seconda definizione. E diventa ancor più interessante se si parla di corpo umano e di salute!

Vogliamo vedere qualche esempio pratico in cui la globalità è fondamentale?

Partiamo da quello che mi sembra più adeguato, vista anche l’ora in cui vi scrivo (è ora di merenda…).

La classica torta margherita.

Si. La torta margherita è un esempio di come la globalità abbai determinate “regole“.

Gli ingredienti della torta margherita sono pochi e semplici, ma vanno incorporati in modo adeguato e in quantità esatte.

Per esempio, se si mette troppa farina o troppo zucchero o poco lievito, il risultato sarà disastroso e i nostri invitati capiranno subito che abbiamo sbagliato qualcosa.

Se, invece, ci atteniamo scrupolosamente alla ricetta, ciascuno degli ingredienti avrà il suo ruolo e potremo offrire una sofficissima e gustosa torta margherita.

Come riportiamo questo esempio nell’ambito del nostro corpo e più specificamente in quello osteopatico?

È semplice!

Il nostro corpo, per funzionare bene, ha bisogno di un equilibrio tra tutte le varie componenti. Non possiamo valutare lo stato di salute di un ginocchio, di una vena, di un viscere o di un muscolo senza inserirlo all’interno di un sistema globale.

Un ginocchio, per esempio, ha relazioni meccaniche, neurologiche e fluidiche con tutto ciò che gli sta vicino, ma anche con zone distanti.

Ad esempio, le radici che innervano il ginocchio a livello sensitivo, si trovano nella regione lombosacrale. Quindi l’approccio ad un sintomo doloroso del ginocchio da parte dell’osteopata non potrà escludere osservazione e test della zona lombare.

Le arterie e le vene che raggiungono e che drenano il ginocchio passano attraverso la zona inguinale: altra regione a distanza che verrà indagata.

Se ci spostiamo sui visceri, ritroviamo lo stesso concetto.

L’innervazione dello stomaco, ad esempio, parte dalla zona dorsale. E questa localizzazione spiega anche un eventuale sintomo a distanza.

Inoltre, se un componente del nostro corpo funziona troppo o troppo poco, il risultato sarà disastroso (un po’ come la nostra torta con poco zucchero e troppo lievito). Pensiamo ad una iperattività della muscolatura (contrattura di alcuni muscoli) o ad una ipoattività di un viscere (stitichezza).

Di esempi ce ne sono tantissimi, ma l’importante è comprendere perchè è FONDAMENTALE un approccio globale.