Ti che te tachet i tac…

Oggi parto da questo scioglilingua brianzolo per parlare di tacchi, scarpe e infradito.

Tutti e tutte sapete quanti e quali danni provocano i tacchi alti: problematiche ai piedi, alle ginocchia, alla schiena.

Ma quali sono i problemi che provocano le scarpe troppo basse o le infradito?

Innanzitutto, nelle infradito l’unico appiglio che hanno i vostri piedi è un pezzetto di tessuto o plastica tra alluce e secondo dito.

Quindi, immaginate lo sforzo richiesto al piede per ancorarsi a questo unico appiglio. Muscoli, articolazioni ed ossa sono in totale e continua tensione con il risultato che, alla lunga, si potrà avere una modificazione della meccanica del piede.

In una scarpa normale, il piede è più o meno avvolto e la camminata è regolare e non richiede particolari sforzi per mantenere la scarpa al piede. Le infradito non hanno alcun supporto e costringono la caviglia e la gamba ad adeguarsi alla calzatura: quindi immaginate lo sforzo muscolare di tutta la gamba.

Che fare? Buttiamo via le infradito e andiamo in spiaggia con i mocassini?

Assolutamente no!

Cerchiamo di usare delle infradito che abbiano alcune semplici caratteristiche.

Ad esempio, scegliamole della nostra taglia: evitiamo quindi di far spuntare tallone o alluce dalla suola.

Un’altra caratteristica da ricercare è quella della “rigidità”: una infradito che si piega a banana non appena la prendete in mano, forse non vi sosterrà in maniera adeguata.

Una infradito ideale ha delle fasce abbastanza larghe oppure una fascetta posteriore che aiuta a mantenere in posizione il piede.

Come ultima cosa, Scrocknroll vi fa fare un piccolo esperimento per capire la fatica che fanno i vostri alluci con le infradito…

Provate a tenere una bottiglietta d’acqua minerale tra l’indice ed il medio della vostra mano destra. Difficile, eh? Dovete fare una gran fatica per non farla cadere! Ecco…quella è la fatica che fa il vostro alluce con una infradito non adeguata!

Se volete sapere come continua lo scioglilingua…eccolo!

Ti che te tachet i tac
tacum i tac a mi
mi tacat i tac a ti
ti che tachet i tac
tacheti ti i to tac
ti che te tachet i tac.

Asciughete i capelli, che te vie’ l’artrosi!!!

Questa settimana voglio cercare di sfatare un mito che negli anni è diventato leggenda: l’umidità che fa venire l’artrosi.

Vi ho già spiegato cosa è l’artrosi e perchè viene.

Ma perchè quando cambia il tempo o quando c’è umidità vengono i dolori?

Conoscete l’igrometro?

No? È un accrocco per misurare l’umidità (“hygros” in greco significa “umidità”) e, prima dell’avvento dell’elettronica, il modo più semplice di costruire un igrometro era usare un ciuffo di capelli.

Si. Avete letto bene. Nelle casette segnatempo ci sta un ciuffo di capelli!

Questi capelli modificano la lunghezza in base alla percentuale di umidità che si trova nell’aria (le donne che vanno dal parrucchiere in un giorno di pioggia capiranno benissimo!).

Questa tendenza alla modificazione della forma, la si ritrova nelle fibre nervose presenti nelle zone colpite da artrosi che, quindi, “fanno male” perchè risentono dei cambiamenti di umidità e di pressione atmosferica.

Da parte sua il freddo, invece, aumenta lo spasmo muscolare (o la rigidità…fate voi) e aumenta la dolorabilità delle contratture muscolari.

Quindi…uscite tranquillamente di casa con i capelli bagnati e state sicuri che non vi verrà l’artrosi. Se già avete l’artrosi, l’umidità vi romperà le scatole…ma non farà aumentare nè peggiorare la vostra situazione.

E non vi verrà nemmeno il raffreddore, ma di questo ne parliamo un’altra volta!

A regazzi’, piantala che te vie’ l’artrosi!

Avevo promesso a Lucia che le avrei risposto in settimana…ma poi sono arrivate gallette, maionese, corde e colonne vertebrali!

Oggi risponderò a due domande a dir poco arcinote

– cosa è che scrocchia quando si scrocchiano le dita?

– scrocchiarsi le dita fa male? fa bene? mi verrà l’artrosi?

Cominciamo da “cosa è che scrocchia”…e cerchiamo di spiegarlo alla SCROCKNROLL!!!

Facciamo la conoscenza con una parolaccia: “CAVITAZIONE”

…brevemente, è un fenomeno per il quale rapidi cambiamenti di pressione formano bolle di gas all’interno di un fluido (per gli ingegneri in ascolto…succede nelle turbine…e provoca danni sulla superficie delle turbine stesse).

cavitation

Nel nostro caso si formano bolle di gas all’interno del liquido articolare..che poi, quando ci scrocchiamo le dita, implodono facendo “CRACK”! (vi risparmio la spiegazione riguardo la variazione di pressione all’interno..bla bla bla)

Ma la domanda che si pongono ormai centinaia di migliaia di milioni di persone è “ma scrocchiarsi le dita…fa male?”

Ci sono numerosi studi a proposito (e per chi è particolarmente interessato, posso dare i riferimenti) che però hanno tutti un risultato comune:

NON ESISTE NESSUNA RELAZIONE DIRETTA TRA

SCROCCHIAMENTO DELLE DITA ED ARTROSI DELLE DITA

 

Il benessere che si prova è per la maggior parte psicologico, dal momento che, pur essendo stato accertato un ampliamento dello spazio articolare dopo il “crack”, non è detto che questo ampliamento dia il giovamento percepito!

Qualora lo scrocchiare le dita sia un “vizio” prolungato, potrebbe esserci una ridotta funzionalità delle mani…ma NO! NIENTE ARTROSI PER CHI SCROCCHIA!!!

 

L’artrosi è…

Vi ricordate le vignette “L’amore è…” disegnate da Kim Casali alla fine degli anni 60? Quelle in cui campeggiava la frase “l’amore è…” e poi c’erano due innamorati che interpretavano il completamento della frase?

(se cercate su internet “Kim Casali“, le riconoscerete subito!)

Bene! Stavolta su “Scrocknroll” saremo meno poetici di Kim Casali e proveremo a capire cosa è l’artrosi.

Dell’artrosi ne parlano tutti: giornali, riviste, trasmissioni, il medico di base, il vicino di casa, il barista. Ed ognuno ha la sua idea.

Intanto definiamo l’artrosi come una malattia articolare cronica caratterizzata da lesioni di tipo degenerativo e produttivo a carico di tutte le strutture che costituiscono l’articolazione.

Può essere primaria o secondaria a traumi, obesità, differenze di lunghezza degli arti inferiori, attività lavorative…

Le cause (e qui entriamo nella parte interessante) sono date da tutti quegli elementi in grado di agire sulla cartigaline, alterandone la struttura (età, sesso, infiammazione) o sul carico che sulla cartilagine si esercita (fattori meccanici, obesità, patologie endocrinologiche) o su entrambi determinando una alterazione del normale equilibrio dell’articolazione.

Tutto chiaro?

Avete capito tutto?

Proviamo lo stesso a fare qualche esempio per capire meglio?

Bene!

Nella miglior tradizione di

“Scrocknroll”, spieghiamo in modo facile alcune delle cause certe dell’artrosi!

 

Che ne pensate?

Qual è la relazione tra visceri e colonna vertebrale?

Come promesso, oggi cerchiamo di capire come mai in osteopatia si studia la relazione tra visceri e colonna vertebrale.

O meglio, per quale motivo visceri e colonna vertebrale si influenzano a vicenda.

 Dobbiamo immaginare che i visceri non sono sospesi nel nulla, ma hanno legamenti e strutture di sostegno che si inseriscono sulla colonna vertebrale.

Ad esempio, l’intestino tenue si aggancia alla colonna lombosacrale con una radice molto resistente.

Quindi, se l’intestino tenue funziona bene e si muove bene, la sua radice avrà una giusta tensione e non svilupperà tensioni eccessive.

Se, al contrario, l’intestino tenue ha difficoltà, potranno svilupparsi tensioni che si trasmetteranno alla colonna vertebrale attraverso la radice.

Allo stesso modo, una difficoltà della colonna vertebrale potrà trasmettere tensioni all’intestino.

Ecco perchè in osteopatia i visceri vengono sempre studiati e testati!!